Un'affettuosa, generosa e sempre
sorridente badante, che non resiste alla tentazione di fare
piccoli furti nelle case dei suoi anziani pazienti, non solo per
aiutare il nipotino talento del pianoforte, ma anche per
concedersi qualche quotidiana gioia della vita, dalla musica
alle ostriche. E' Maria (interpretata da Ariane Ascaride) nella
nuova dramedy sociale del marito Roberto Guediguian, La gazza
ladra, presentato in Grand Public alla Festa del Cinema di Roma,
e nelle sale italiane a inizio 2025 con Officine Ubu.
"Maria è a suo modo un'anarchica leggera" perché i suoi
piccoli furti non sono solo per necessità. A suo modo però opera
una piccola ridistribuzione della ricchezza" dice il regista. Il
film, creato insieme a vari attori della famiglia
cinematografica di Guediguian e Ascaride (coppia nella vita da
oltre 50 anni e nell'arte da più di 40), come Jean-Pierre
Darroussin e Gérard Meylan, "riflette una società in stallo -
spiega all'ANSA il cineasta marsigliese -. Abbiamo fatto
crescere la soglia di quello che reputiamo essenziale, la
macchina più grande, la casa con più giardino, con tante cose
inutili… ora forse ci chiediamo il perché di queste scelte e non
ne troviamo il senso. Si comincia a riparlare di sobrietà.
Dovremmo ripensare le nostre vite in occidente, ma nel mondo in
cui viviamo manca una grande visione comune. Servirebbe un nuovo
Marx... o un nuovo Pasolini". Non è rassicurante in Francia
nemmeno il quadro politico: "Con questo governo è avvenuto un
assoluto paradosso - spiega - perché la borghesia non vuole
mollare il potere, si ritiene l'unica legittimata a detenerlo.
E' una situazione allucinante, si è creato un esecutivo che
scontenta la sinistra ma anche la destra, quella estrema in
particolare. Venti milioni di persone in Francia hanno votato
contro questo potere, ma lo si mantiene, è un colpo di stato
democratico. Oltretutto gli uomini che sono nel governo oggi,
sono lì da 40 anni, Barnier è lì da 50 anni... eppure non
sentono alcuna responsabilità per la rovina in cui ci
ritroviamo".
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