"Puccini? Sì, Puccini con le sue arie
così attuali e cantabili da qualsiasi voce. Perché un brano,
quando coinvolge e appassiona, è di tutti. Ho immaginato Puccini
che, ascoltando queste particolari trasposizioni, si sia
divertito ad uscire dal territorio granitico del mondo
dell'opera, diventando a sua volta protagonista di sé stesso nei
giorni nostri". Così Antonella Ruggiero parla dell'album
'Puccini?', in uscita il 29 novembre a 100 anni dalla morte del
compositore, disponibile nei vari formati CD Digipack, vinile e
in digitale su etichetta Libera/BMG. Produzione artistica e
musicale di Roberto Colombo, adattamento musicale di Francesco
Buzzurro nei brani in cui è presente la chitarra.
Puccini? è un lavoro iniziato dall'artista nel 2001 con un
primo avvicinamento al mondo e alle arie del musicita,
registrando in studio un primo brano, a cui è seguito nel 2009
un percorso di rilettura di sette arie, in ambito elettronico,
partendo dalle partiture originali. La scelta del repertorio è
stata fatta seguendo l'amore per le singole arie, senza
considerare se si trattasse di arie per voce femminile o
maschile. Nemmeno le tonalità sono quelle originali, ma sono
state decise cercando quelle che risultassero più naturali.
Successivamente, nel 2012, sono stati registrati questi ed altri
brani con l'adattamento musicale di Francesco Buzzurro (nei
brani in cui è presente la chitarra) e, da allora, ogni due o
tre anni queste incisioni sono state riprese e rielaborate,
arrivando poi al risultato finale. Questo è Puccini?: Recondita
armonia (Tosca); E lucevan le stelle (Tosca); Ch'ella mia creda
(La fanciulla del west); O mio babbino caro (Gianni Schicchi);
Sogno d'or (Sogno d'or); Chi il bel sogno di Doretta (La
rondine); Nessun dorma (Turandot); Signore, ascolta (Turandot);
Coro a bocca chiusa (Madama Butterfly).
"Questa idea di rielaborare alcuni brani di Giacomo Puccini -
spiega Ruggiero - ha più di venti anni, per la precisione
ventitré. L'ho sempre trovato moderno e la sua produzione molto
simile a quella dei Beatles: un autore seriale di successi
indiscussi. Un uomo con le sue fragilità che ha individuato e
affidato ai suoi personaggi femminili. La sua costante ricerca
della solitudine, nonostante il grande successo ottenuto,
dimostra la volontà e necessità di concentrarsi sulla
particolarità e sulla sensibilità propria del mondo femminile
per cercare di comprenderne la complessità. È sempre stato
vissuto come gran conquistatore, ma credo invece che sia stato
esattamente il contrario: si è sempre fatto conquistare
dall'intelligenza, oltre che dalla bellezza, nel senso più
completo, delle donne. Non il ragno che tesse la tela, ma
l'insetto che ne rimane prigioniero".
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