Claudio Gubitosi, fondatore e direttore del Giffoni Film Festival dal 1971, lascerà la direzione dell'evento alla fine del 2025, dopo 55 anni di attività (e prossimo ai 75 di vita) durante i quali Giffoni è diventato un punto di riferimento internazionale per il cinema giovanile.
"Sono sereno - ha spiegato -, ho consacrato la mia esistenza a qualcosa di urgente, utile e necessario come dichiarò nell'82 Truffaut a Giffoni". Dal 1971, quando aveva appena diciotto anni, Gubitosi ha dedicato la sua vita alla costruzione e allo sviluppo del Festival, trasformando un piccolo paese delle aree interne del Sud Italia in un centro di eccellenza culturale riconosciuto a livello globale.
Nella sua storia, Gubitosi ha superato numerose sfide, tra cui la mancanza di risorse iniziali, il terremoto del 1980 e la pandemia del 2020 quando nemmeno il Covid ha fermato Giffoni, perché "ero consapevole - ha sottolineato - che proprio in questa tragedia dovevo dare il massimo per i miei ragazzi, per i miei giovani, per i miei giffoner". La capacità di attrarre figure di spicco del cinema - tra cui Francois Truffaut, Robert De Niro, Meryl Streep, Nicolas Cage, Sergio Leone e molti altri - personalità della cultura - i premi Nobel Lech Walesa, Gorbaciov e Rita Levi Montalcini - e istituzioni - la visita del presidente della Repubblica Napolitano, gli incontri al Quirinale con i presidenti Cossiga e Pertini, la vicinanza di Papa Francesco che più volte ha salutato Giffoni durante l'Angelus in Piazza San Pietro - ha reso il Festival un punto di riferimento tra i grandi eventi cinematografici mondiali. Inoltre, Giffoni ha instaurato collaborazioni con istituzioni come i ministeri della Cultura e dell'Istruzione, contribuendo a diffondere il cinema nelle scuole e a sensibilizzare i giovani sull'importanza della cultura cinematografica. Giffoni ha anche promosso l'inclusione sociale e ha lavorato per dare voce alle nuove generazioni. "Abbiamo infranto un tabù incrollabile: l'idea che 'certe cose' possano nascere solo nelle grandi città e nei luoghi dove ci sono tutti i servizi. E di certo non al Sud! All'epoca sembrava impensabile. E, purtroppo, ancora oggi, sembra sia impossibile per altri replicare altrove ciò che abbiamo realizzato qui", sottolinea.
La collaborazione costante e continua con il Comune di Giffoni Valle Piana e con la Regione Campania hanno favorito questa rete di coesione e sviluppo. Nonostante il successo, Gubitosi ha dovuto affrontare ostacoli burocratici e finanziari, come la riduzione dei fondi ministeriali nel 2024, un taglio di 550mila euro. "Due settimane prima del Festival, abbiamo subito questa scelta punitiva che ha penalizzato solo Giffoni tra tutti gli eventi culturali del nostro Paese. Un danno enorme al quale ho risposto difendendo il Festival e questa azienda, mettendoci la mia faccia e la mia vita per migliaia di ragazze e ragazzi che aspettavano Giffoni come si aspetta il Natale". Mentre prepara il suo 'secondo tempo', Gubitosi invita la premier per l'estate: "Il festival è patrimonio di tutti, ricordo quando Giorgia Meloni venne nelle vesti di ministro per la Gioventù del governo di Berlusconi. Spero accetti l'invito ad averla quest'anno ospite come presidente del Consiglio".
Con il passaggio della direzione a un nuovo team, che include suo figlio Jacopo come direttore generale, Gubitosi continuerà a contribuire al mondo della cultura attraverso nuovi progetti, tra cui il Campus dell'Alta Formazione e la produzione di film e serie di animazione. Ha inoltre espresso il desiderio di raccontare la sua esperienza in conferenze e incontri, per trasmettere alle nuove generazioni la passione e la determinazione che hanno reso Giffoni un successo internazionale. "Dalla prima edizione a oggi, - ha rimarcato Gubitosi - abbiamo costruito legami con milioni di ragazze e ragazzi, ascoltandoli, comprendendo le loro esigenze, le loro fragilità, il loro potenziale. Abbiamo dato spazio per esprimersi, creando un ambiente in cui la cultura non è imposta, ma condivisa, vissuta, messa in discussione e rinnovata continuamente. Molti entrano in contatto con Giffoni da bambini e continuano a tornare da adulti. Crescono con il festival, perché qui trovano un luogo in cui le loro idee contano davvero. Da anni stiamo formando individui motivati, coinvolti, aperti al dialogo. Persone più consapevoli e, forse, anche più felici".
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