spiega la filosofa - di andare avanti attraverso strappi che distruggono il tessuto sociale" e del neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella dice: "non era il mio candidato ideale ma è un'ottima persona che già nel primo discorso di investitura è come se avesse fatto una carezza agli italiani dicendo che il volto della Repubblica è il volto degli anziani, dei giovani, ecc. E' un contraltare importante e necessario rispetto al presidente del Consiglio". Insomma, abbiamo lo strappo e la carezza, un "equilibrio raggiunto però solo a livello di simboli" dice all'ANSA la Marzano.
Partendo dal suo smarrimento iniziale, dal sentirsi "perduta" nel Palazzo prima di rendersi conto che in politica contano soprattutto "le conoscenze e le appartenenze", la Marzano approda, passando attraverso il significato di alcune emozioni come la rabbia, il cinismo, la compassione, la speranza e il coraggio a quella che dovrebbe essere la nuova grammatica della politica in cui "si mette da parte il proprio percorso personale per un'idea di bene comune". "La rabbia - spiega - è quella che ha portato a votare Grillo e i Cinquestelle ma si dovevano capire le ragioni di questa rabbia che viene dall'umiliazione, dal non sentirsi ascoltati e presi sul serio". Fermo restando che "il famoso cambiamento deve ancora cominciare perchè bisogna uscire da questa logica di 'trovare la quadra', di accontentare il capo di turno per essere certi di non perdere la propria posizione, e avere il coraggio di portare avanti le proprie idee, indipendentemente dal prezzo da pagare" dice all'ANSA la Marzano, docente universitaria a Parigi e autrice di saggi di filosofia morale e politica.
"Ho appoggiato Renzi e l'idea del cambiamento ma mi ha un pò delusa rispetto alle aspettative che avevo. Resto convinta che sia una persona geniale, ha tutte le caratteristiche del leader carismatico però le incarna talmente tanto da scivolare nella dimensione della personalizzazione del potere che esclude la collaborazione con gli altri" spiega la filosofa-deputata, candidata nelle liste del Pd alle elezioni del 2013. "Renzi si è circondato di persone la cui caratteristica principale è la fedeltà, e va bene, ma ci vogliono anche persone con spirito critico. Chi solleva obiezioni è qualificato come gufo" aggiunge.
La via da seguire, secondo la filosofa, è quella della "riscoperta della cooperazione e invece le soluzioni che si cercano sono ancora una volta quelle della massimizzazione degli interessi individuali. Quella logica ultraindividualista che ha permesso a Berlusconi di emergere. Una logica da cui dovremmo uscire e invece quel che resta dello spirito del berlusconismo ha infettato anche la sinistra come atteggiamento e modo di guardare al futuro". Anche in Renzi "ci sono tratti di berlusconismo nel modo di comportarsi. Il principio è 'impegnati e otterrai' e invece dovremmo dire 'impegniamoci e forse ce la faremo insieme'. Uniamo le diverse energie. La realtà non possiamo sbriciolarla perchè non ci piace e ultimamente ci troviamo spesso a correre per riparare agli errori fatti per troppa fretta. Si ottiene molto nell'immediato, ma quali sono - conclude - i risultati reali?".
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