/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Le scale di Roma, ponte tra possibilità

Le scale di Roma, ponte tra possibilità

Mauro racconta una Capitale non scontata dall'Eur all'Olimpico

ROMA, 29 novembre 2016, 09:57

Cinzia Conti

ANSACheck

null - RIPRODUZIONE RISERVATA

null - RIPRODUZIONE RISERVATA
null - RIPRODUZIONE RISERVATA

 ALESSANDRO MAURO, SE ROMA E' FATTA A SCALE (EXORMA, PP. 169, 14,90 EURO) - La dialettica tra il sopra e il sotto, il legame tra la terra e il cielo, il ponte tra le diverse possibilità, una sorpresa, addirittura un mistero e soprattutto "un'accelerazione del ritmo urbano". E, se poi la città in questione è proprio l'Urbe per eccellenza, ecco che le scalinate - protagoniste del libro di Alessandro Mauro "Se Roma è fatta a scale" - diventano anche pezzi di storia, di arte, di luce.
    Ma non ci deve aspettare né una guida né un censimento: qui si tratta di "vita". L'autore queste scale - più di ottanta - le ha "vissute" tutte: le ha scelte, le ha spiate su Google Maps e poi è andato a "consumarci le suole". Come un patito di musica che, dopo tanti ascolti "registrati", vuole finalmente godersi un grande e irripetibile live. Ma Mauro non si è fermato ai grandi classici: le scalinate di via Fori Imperiali (camaleontiche fino all'invisibilità), Campidoglio, Ara Coeli, Circo Massimo, Monte dei Cocci. E', infatti, corso fino all'Eur per arrampicarsi sui gradoni che da viale Europa portano alla basilica dei Santi Pietro e Paolo, decisivi "alla riuscita del trionfo prospettico" ma per ben due volte interrotti da strade ingombre di macchine parcheggiate: "una presenza che stabilisce quanto quelle scale - nota Mauro - prima ancora che chiesa, siano città". E le sue passeggiate non sono solo fatte di monumenti, mosaici e nasoni ma anche di bancarelle, stenditoi, lavori in corso, odore di sugo che borbotta in pentola e vociare di bambini che giocano.
    Tra le scale di Roma non ne possono mancare due assai speciali.
    La prima, alla Garbatella, è la scalinata di via Giovanni da Montecorvino resa famosa dal "Bar dei Cesaroni". Imperdibile secondo l'autore per verificare che "la vita è più importante e spesso meglio, della televisione". Per la seconda location bisogna tirare in mezzo la fede, non quella religiosa ma quella calcistica: la scalinata dell'Olimpico per i tifosi, quelli che la percorrono da quando a vestirli era la mamma, è "attesa, speranza, drammatica incertezza del futuro".
    In questo momento storico così "intriso" di tensioni internazionali, guerre e atti di terrorismo rimane in mente l'efficace pensiero che accompagna la scalinata che unisce via XXIV Maggio e via IV Novembre, ovvero la data del 1915 in cui l'Italia entrava in guerra e del 1918 in cui ne usciva: "Portare qualche classe a fare lezione in quei gradini ombrosi potrebbe servire a dire che la guerra è salita, e strettoia, giacché la scala, complice, si assottiglia salendo. E che la pace è una ricchezza da festeggiare, magari con una bella bevuta in compagnia".
    Insomma alla fine tutte queste scale e questa fatica sono un spunto, un pretesto per descrivere la meraviglia di una città "riluttante all'idea di diventare metropoli" e "vagamente incline all'evocazione sospirosa - dal ponentino agli stornelli, passando per la trippa con la mentuccia - delle belle cose di una volta". Insomma l'arte travolta dalla vita quotidiana e le ansie, la gioia, l'inquieto vivere di tutti i giorni placati e rimessi al loro posto dal bello e dal grandioso.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza