"Siamo rimasti così, in silenzio,
fino a quando la comunicazione si è interrotta. In quel momento
ho saputo che era ancora viva. E forse, lì, mi sono reso conto
per la prima volta che lo ero anch'io".
Dieci anni fa "Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di
Enaiatollah Akbari", con l'incredibile viaggio di un ragazzino
attraverso il Mediterraneo raccontato da Fabio Geda, diventò un
bestseller da 600 mila copie, tradotto in 32 paesi al mondo,
alla base anche del commovente spettacolo teatrale di Paolo
Briguglia e Edoardo Natoli. Quella storia terminava nel 2008,
quando Enaiat parla al telefono con la madre per la prima volta
dopo il lungo e avventuroso viaggio che dall'Afghanistan l'ha
condotto in Italia, a Torino. Ma cosa è successo alla sua
famiglia prima di quella telefonata? Come è rimasta coinvolta
dalla guerra al terrore? E com'è cambiata la loro vita e quella
di Enaiat da quando si sono ritrovati fino a oggi, nel 2020?
A raccontarlo è ora "Storia di un figlio - Andata e ritorno"
(ed. Baldini + Castoldi, pp. 192 - 16,00 euro), in uscita il 16
luglio, che Eniat, non più bambino, firma con Geda,
ripercorrendo il rapporto a distanza con la madre, la violenza
del fondamentalismo, l'amore e le amicizie italiane, il ritorno
in Pakistan. E poi il secondo ritorno in Italia, una nuova casa,
un dolore lancinante e la gioia enorme, in attesa dell'incontro
con Fazila.
Una storia vera, in cui il dolore della perdita si mescola
all'ingenua commozione di chi sopravvive e che ci ricorda come
su tutto vinca la solidità degli affetti, la persistenza della
nostalgia e del desiderio, capace di superare le distanze.
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