(di Alessandra Baldini)
Con una donazione di quasi
duemila libri della sua "Biblioteca dell'Esilio", il ceramista e
scrittore Edmund de Waal fa la sua parte per ricostituire il
patrimonio della biblioteca di Mosul distrutta nel 2015 dalle
forze dell'Isis.
Una delle piu' ricche dell'Asia Occidentale con oltre un
milione di volumi storici tra cui un Corano del nono secolo,
rarissimi periodici del Settecento, mappe antiche e manoscritti,
la biblioteca era stata data alle fiamme dalle forze dello stato
islamico in ritirata durante la battaglia per la riconquista
della citta': un atto definito dall'Unesco "uno dei piu'
devastanti gesti di distruzione di patrimoni librari della
storia dell'umanita'".
Il dono di de Waal e' al tempo stesso concreto e simbolico:
esposto inizialmente all'Ateneo Veneto in occasione della
Biennale di Venezia del 2019 e poi, fino a pochi giorni fa, al
British Museum, il padiglione temporaneo raccoglie volumi che
trattano i temi della perdita delle radici e della repressione
attraverso testi di oltre cento autori esuli: dalle Metamorfosi
di Ovidio a Marina Tsvetaeva e Judith Kerr. Quasi tutti in
traduzione, perche' il linguaggio stesso e' una forma di
migrazione.
"E' una riflessione sulle culture della migrazione, sui
linguaggi come diaspora. Su cosa significa doversi spostare in
un altro paese, imparare un'altra lingua", aveva spiegato
all'epoca l'autore di 'Un'eredita' di avorio e di ambra'
rendendo omaggio alle parole di Andre Aciman: "Tu provieni e
sempre proverrai da un altrove".
In ogni frontespizio de Waal aveva posto un ex libris dove i
visitatori poteva lasciare scritto il proprio nome. I libri
saranno trasportati a Mosul con l'aiuto dell'ambasciata
britannica a Baghdad e di Book Aid International, una
organizzazione che ha gia' acquistato migliaia di libri per la
biblioteca di Mosul e sta convincendo biblioteche in Gran
Bretagna a donare le multe pagate da chi riconsegna in ritardo
per costituire un fondo destinato a nuove acquisizione.
Il dono non e' l'unico che riflette l'impegno morale e
sociale dell'artista: tre anni fa, convinto dai figli
adolescenti, de Waal ha messo all'asta parte della collezione di
netsuke ereditati da un prozio che viveva in Giappone - la
storia e' al centro del suo bestseller del 2010 - per aiutare il
Refugee Council, una organizzazione britannica a sostegno dei
profughi.
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