GABRIELLA GAGLIARDI - "CORONAVIRUS -
LA PAURA IL CORAGGIO L'IMPEGNO" (ARMANDO EDITORE, PP. 96 - 9,00
EURO) Il coronavirus sembra aver spodestato il tumore dal trono
della paura, ma le vecchie malattie si fanno sentire ancora,
quasi invidiose dello spazio che la pandemia ha tolto loro,
rendendo anche più complicate diagnosi e cura. Eppure c'è una
analogia tra la condizione individuale del malato oncologico e
quella collettiva dell'umanità nella morsa del Covid-19.
Un'esplosione improvvisa e inaspettata, la terapia dura e
l'angoscia, in caso di guarigione la convivenza con il nemico e
il cambio di abitudini a lungo termine.
Riflette su queste corrispondenze Gabriella Gagliardi,
docente di filosofia e pedagogia in pensione, in un breve saggio
dal titolo 'Coronavirus - La paura, il coraggio, l'impegno'
(Armando Editore), concepito in gran parte durante il lockdown
vero di marzo-aprile 2020 e rielaborato nei mesi dell'uscita
illusoria dall'incubo e poi della seconda ondata, pubblicato a
inizio anno.
Operata per un tumore nel 2017, Gagliardi, che ha 79 anni e
vive a Roma, si interroga e si sofferma su quanto un evento
senza precedenti come l'epidemia abbia potuto generare nelle
nostre menti. Parla di paura, di "spaesamento", di coraggio, di
dominio di sé. In un ideale legame con il suo precedente libro,
'Psicologia del malato oncologico - Non muore il desiderio',
uscito sempre con Armando nel 2019.
La modificazione inaspettata della coscienza che la malattia
produce nell'individuo è il filo conduttore di un'esplorazione
che troverà compimento nell'ultimo atto della trilogia, sul tema
della cronicità. Quella del paziente che convive con il timore
del riaffacciarsi del cancro, ma trova modi e strategie per
cercare di vivere pienamente, e quella del sopravvissuto al
coronavirus alle prese con gli effetti duraturi del 'long
Covid'. Ancor più allargando lo sguardo, la cronicità di
un'umanità che non sarà più la stessa dopo la pandemia, che
attenderà la prossima mentre mantiene almeno in parte le
abitudini e le precauzioni indotte da questa.
Argomenti universali con un messaggio di forte tenacia e
speranza, di realistica fiducia, un'impronta positiva
evidenziata dal filosofo Felice Cimatti in un dialogo con
l'autrice e con lo psicoanalista Vittorio Lingiardi in una
puntata di 'Fahrenheit' su Rai Radio Tre. Con la filosofia
farmaco senza effetti collaterali e la dedica di questo secondo
saggio "agli anziani, che mi ricordano mia madre" - scrive
Gagliardi - e "ai giovani come Matteo", un ventenne che l'ha
aiutata con la scrittura al computer prima che capisse di poter
facilmente dominare anche uno smartphone.
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