La scomparsa del magistrato romano
Paolo Adinolfi, del quale si persero le tracce la mattina del 2
luglio 1994 a Roma, è al centro del nuovo libro scritto da
Alvaro Fiorucci e Raffaele Guadagno, edito da Castelvecchi, in
vendita nelle librerie e negli shop online, dedicato a una
vicenda a lungo al centro di indagini della procura di Perugia.
"La scomparsa di Adinolfi", questo il titolo del volume, è la
ricostruzione di un caso giudiziario irrisolto da ventisette
anni nel quale - spiegano gli autori - si intrecciano "vicende
di malaffare e di sentenze aggiustate", storie che toccano la
banda della Magliana e gli "interessi occulti" dei servizi
segreti. Adinolfi aveva 50 anni quando scomparve ed era da poco
alla Corte d'appello dopo anni di lavoro alla Sezione
fallimentare del tribunale. Uscì di casa diretto al palazzo di
giustizia senza più tornare.
Ci saranno tanti avvistamenti, tante segnalazioni - ricordano
ancora Fiorucci e Guadagno -, lo cercheranno anche nel lago
Trasimeno, ma di Paolo Adinolfi non si troveranno più tracce.
"Uno dei tanti buchi neri della storia italiana - affermano
ancora gli autori - e un mistero rapidamente dimenticato anche
dai colleghi". Adinolfi viene definito "un uomo dello Stato", un
morto sul lavoro "da considerare vittima della sua
determinazione e della sua inflessibilità. Un giudice scomodo,
da eliminare". Ne sono convinti - affermano gli autori del libro
- i familiari: la moglie Nicoletta Grimaldi e i figli Lorenzo e
Giovanna "che ancora oggi chiedono giustizia e invitano a
parlare coloro che sanno, almeno per ritrovare il corpo". "La
scomparsa di Adinolfi" è un libro che ricostruisce le diverse
fasi delle indagini, recupera i documenti originali dell'epoca e
li aggiorna intervistando alcuni dei protagonisti.
Alvaro Fiorucci e Raffaele Guadagno hanno già pubblicato "Il
divo e il giornalista" dedicato all'omicidio del giornalista
Mino Pecorelli.
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