"Ho patito molto lo stop per la
pandemia. Non mi mancava il sostegno, per fortuna, ma lavorare,
il palco, il pubblico, esprimermi, che è quello che so fare. Ne
ho approfittato per scrivere la mia biografia". A raccontarlo
all'ANSA è Alessandro Haber, l'attore appena premiato ai Nastri
d'argento per i suoi cortometraggi, che sarà anche l'Abate di
Vallombrosa nel nuovo film di Pupi Avati su Dante.
"Mi avevano chiesto molte volte di scrivere la mia storia - dice
- Ma non ero mai riuscito a fermarmi e ragionare. Questa volta
ho accettato e uscirà a fine settembre per La nave di Teseo. Non
ha ancora un titolo ma è stata un'esperienza bellissima: ho
rivissuto la mia vita, tirando fuori tutto. Cosa ho scoperto?
Che non devo niente a nessuno - dice - Che ho dato più di quanto
abbia ricevuto e che non ho debiti, né morali, né etici, né
economici. Sono una persona per bene, con una grande passione,
che è poi quella che mi ha salvato". La stessa con cui il 4
luglio tornerà in scena per "Astor Piazzolla, Maria De Buenos
Aires", omaggio ai cento anni dalla nascita del compositore
argentino e ultimo appuntamento della III Stagione Sinfonica di
Catanzaro. Protagonisti, l'Orchestra Filarmonica della Calabria
e poi Cecilia Suarez Paz, Cesare Chiacchiaretta al bandoneon,
Giovanni Zonno al violino e Salvatore Russo alla chitarra
elettrica. Sul podio, il Maestro Filippo Arlia, per la regia di
Giandomenico Vaccari, con la scenografia di Salvatore Tropea e i
costumi di Rosy Bellomia. Ambientata nei bassifondi della
capitale argentina, l'opera andò in scena per la prima volta nel
1968 e trae spunto da una leggenda metropolitana che narra della
sfortunata María, nata "un giorno che Dio era ubriaco" e per un
tango ascoltato per strada inizia la sua discesa agli inferi.
Haber è El Duende, "un demone, un Fool shakespeariano, un po'
poeta maledetto, un po' mago".
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