(di Mauretta Capuano)
Si augura "qualsiasi tipo di
avvicinamento tra i Paesi Europei" e mostra preoccupazione per
la violenza sulle donne Fernando Aramburu, l'autore di Patria, a
Pordenonelegge per ricevere il Premio Credit Agricole Friuladria
- La storia in un romanzo 2021'. E a cinque anni dal successo di
'Patria', che sarà presto una serie tv, è in arrivo in Italia il
suo nuovo attesissimo romanzo 'I rondoni', che sarà in libreria
il 18 ottobre per Guanda. "Un problema che bisogna assolutamente
affrontare, come viene fatto in modo molto serio in Spagna, sono
le aggressioni e la violenza nei confronti delle donne, dovunque
avvenga, anche in un paesino molto piccolo, la notizia di quello
che accade deve avere massimo risalto" spiega Aramburu al suo
arrivo a Pordenone. La violenza "è uno dei cavalli di battaglia
della mia letteratura, compare in molti miei libri con
sfaccettature diverse. Credo che la violenza faccia parte della
natura e l'uomo deve farci i conti: serve per conquistare
terreno, per trovare cibo, per arrivare al potere. E' qualcosa
che la specie umana ha cercato di controllare introducendo la
giustizia, lo stato di diritto, le leggi perché l'uomo potesse
frenare gli impulsi violenti e potesse vivere pacificamente
all'interno della società. Provengo da una regione che per
disgrazia, purtroppo, ha subito per anni la violenza a causa di
un gruppo che si è organizzato e ha fatto come fanno i lupi, i
leoni o le iene, ha tratto vantaggio dalla violenza a scapito
degli altri" dice Aramburu che è nato a San Sebastian nel 1959.
E si sofferma su quello che possono fare gli scrittori:
"spiegare perché c'è violenza è compito dei sociologi, degli
storici, dei giornalisti. Il nostro compito è di raccontare come
si vive la violenza, che ripercussioni ha sui cittadini e sulle
persone. E questo è quello che ho cercato di fare all'interno
del mio libro, dei miei libri in generale. Parliamo della vita
privata della nostra specie come fece e disse Balzac".
Nel nuovo romanzo, 'I rondoni' la violenza è in fondo quella
che un uomo decide di esercitare su se stesso. "I rondoni' non è
'Patria 2', è un libro diverso. E' un'altra storia, con un altro
personaggio. Si svolge a Madrid, il protagonista è un uomo che
decide di suicidarsi e non sa perché. Si concede un anno di
tempo e in quei mesi cambia la percezione che ha della vita e
delle persone intorno a lui. E alla fine di quell'anno capirà il
perché di questa decisione" anticipa lo scrittore all'ANSA. Il
nuovo romanzo "è stato accolto molto bene dal pubblico in Spagna
e spero abbia la stessa accoglienza anche in Italia, dove i miei
libri vengono sempre accolti favorevolmente. E' un progetto
molto ambizioso. Avevo previsto circa 5 anni di lavoro per
questo romanzo. Poi è intervenuta la pandemia che mi ha dato una
mano perché mi ha offerto tempo aggiuntivo e mi ha permesso di
lavorare in modo molto intenso, come dovremmo fare noi scrittori
invece di viaggiare, fare telefonate e presentazioni. Non ho
sentito pressioni di nessun tipo ed è per questo che non ho
pubblicato subito dopo Patria. Sono riuscito a scrivere un
romanzo voluminoso con assoluta libertà" spiega Aramburu che non
è intervenuto in alcun modo sul lavoro per la serie tv da
'Patria' con cui ha vinto il Premio Strega Europeo e il Premio
Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa e che ha
ispirato anche un graphic novel nel 2020. "Non ho voluto
assolutamente partecipare ed essere coinvolto nella serie
televisiva che è stata prodotta. La mia abitudine è quella di
non intervenire come sceneggiatore. L'unica condizione che pongo
è la totale libertà. Non voglio assolutamente essere un
ispettore, un controllore, non capisco niente di cinema e avrei
disturbato il lavoro di altri. La sceneggiatura mi è piaciuta
molto, avevo una fiducia totale nel responsabile di questo
progetto e secondo me il risultato è eccellente" racconta.
E che tipo di letteratura immagina dopo il coronavirus? "Non
sono un profeta, ma la sensazione è quella che si vorranno
mettere da parte i problemi e dimenticarli. Basta vedere cosa è
successo dopo la prima guerra mondiale Forse la mia profezia
non sarà così sbagliata" dice. E nella "nostra epoca sconvolta
dalla pandemia", in cui i "social hanno sicuramente avuto
un'influenza negativa sulle società", auspica "qualsiasi tipo di
avvicinamento tra i Paesi europei a livello culturale, politico,
sportivo e sociale" e dice che il compito della letteratura è
quello di rendere "la comunicazione la più intima possibile".
Felice di scoprire Pordenone dove non era mai stato, Aramburu
racconta che l'Italia è la sua "seconda casa" ed è davvero
"grato di questo premio Credit Agricole Friuladria" che gli è
stato conferito per "la magistrale capacità di raccontare,
grazie a un'alta concezione della letteratura, le ferite ancora
aperte di una società segnata da contrapposizioni violente e
terroristiche, che hanno lacerato le intime fibre di famiglie,
affetti, amori e amicizie".
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