(di Daniela Giammusso)
E' la notte freddissima del 13
gennaio 2012. La Costa Concordia, gigante bianco con a bordo più
di 4 mila persone tra passeggeri ed equipaggio, è nel pieno del
suo itinerario Profumo di agrumi attraverso il Mediterraneo,
quando si inclina su un fianco. Pochi minuti prima, uno scoglio
ne ha squarciato il lato sinistro. E solo per un destino
fortuito lei si è arenata lì, di fronte all'Isola del Giglio.
Sarà il più grande naufragio di una nave passeggeri della
storia, con 32 vittime.
A dieci anni di distanza, lo scrittore Pablo Trincia torna
idealmente a bordo per rivivere quella notte attraverso le
storie e i destini che in quelle ore si sono legati per sempre.
Lo fa con un doppio racconto: la serie di podcast "Il dito di
Dio - Voci dalla Concordia" (9 puntate dal 16 dicembre su
Spotify) e "Romanzo di un naufragio - Costa Concordia: una
storia vera", in libreria per Einaudi Stile Libero.
"Quella della Concordia è una storia gigantesca - racconta
all'ANSA - Una di quelle che pensiamo di conoscere e delle quali
invece sappiamo solo qualche tratto. Io stesso ricordavo solo la
telefonata del Comandante Francesco Schettino con il capitano
Gregorio De Falco della Capitaneria di Porto di Livorno (e quel
"vada a bordo cazzo" che fece il giro del mondo ndr), la
questione con Dominika. Ma sono vicende che non c'entrano con
chi era a bordo". Ovvero, l'equipaggio, in arrivo da tutto il
mondo, e poi coppie in luna di miele, coniugi che si godono
finalmente la pensione, ragazzi per la prima volta in una
vacanza tanto lussuosa. La Concordia, uno degli ultimi gioielli
di Costa Crociere e del Colosso statunitense Carnival
Corporation, varata solo sei anni prima al costo di 450 milioni
di dollari, è un paese lungo 290 metri con 14 ponti, 1.500
cabine, 5 ristoranti, una spa di 6 mila metri quadri, dove a
ogni ora si mangia, ci si diverte, si sogna. Ma che in una
manciata di minuti si trasformerà in un labirinto inclinato,
buio e pieno di acqua gelida.
Nel podcast (produzione Spotify Studios con Chora Media e
scritto con Debora Campanella) e poi nel libro, Trincia ha
raccolto gli audio originali di quelle ore, incontrando circa
cinquanta testimoni, dalla famiglia Brogli, in arrivo in 14 da
Misano Adriatica per festeggiare le nozze d'oro dei nonni, ad
Alexander il "macedonia man" che passava le giornate tagliando
montagne di frutta o "l'ingegnere che si è occupato del
rigalleggiamento" nella clamorosa operazione che porterà lo
scafo fino a Genova. "E' lui a dirci che forse è stato 'il dito
di Dio' a riavvicinare la nave alla costa con vento e correnti -
prosegue Trincia - evitando che prendesse il largo ormai senza
controllo, inabissandosi e moltiplicando esponenzialmente le
vittime".
Il grande imputato, il Comandante Schettino, è in carcere dal
2017, condannato a 16 anni. "La sua famiglia - spiega l'autore -
ha declinato il nostro invito, ma a noi, d'altronde, interessava
l'uomo prima di quella notte: un comandante esperto, che si era
occupato di sicurezza, ossessionato dai naufragi tanto da andare
a pregare sulle tombe delle vittime del Titanic, di cui, caso
del destino, in quei giorni ricorreva il centenario. Cosa è
accaduto? Alle 21.45 la Concordia va a sbattere e sei minuti
dopo arriva la comunicazione dell'ingegnere di bordo che la nave
è perduta. Lì inizia l'agonia e una sequela di menzogne e
omissioni. Personalmente mi sono chiesto se anche lui, oltre
alla nave, abbia avuto un black out nell'emergenza".
Di certo, aggiunge, "la Concordia oggi è la storia di chi siamo.
È il racconto di una notte in cui si è visto tutto il
campionario dei comportamenti umani, quelli negativi con le
menzogne, la viltà, la sciatteria. E quelli positivi, con gesti
eroici e di grande umanità di cui si sapeva poco. Quello che mi
ha colpito di più? - riflette - Forse è la storia di una
parrucchiera di Perugia, salita a Civitavecchia, per partecipare
a un contest. Si ritrova in fuga a piedi nudi sulla paratia
della nave ormai inclinata: è scivolosissima, si rischia di
precipitare e i bulloni saltano impazziti perché le pareti si
stanno deformando. Si ferisce a un piede. Un cameriere asiatico
la vede, si ferma e le dona le sue scarpe. In quel momento, un
gesto enorme. Per fortuna, sono salvi entrambi".
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