ANDREA MARCUCCI CON GIOVANNI
LAMBERTI, IO SONO LIBERALE (Piemme, pp. 278, euro 17)
La ricostruzione minuziosa delle giornate che hanno riportato
al Quirinale Sergio Mattarella, la sconfitta del ddl Zan, ma
anche, andando indietro nel tempo, la vicenda Tangentopoli
vissuta dalla parte della politica. Il libro-diario del senatore
Andrea Marcucci è la cronaca in prima persona di un viaggio in
Italia "tra tre Repubbliche".
Eletto deputato nel 1992 nelle fila del Partito Liberale,
Marcucci è poi entrato nella Margherita: nel secondo governo
Prodi, è stato scelto da Francesco Rutelli come sottosegretario
ai Beni culturali. Marcucci è stato socio fondatore del Pd e poi
renziano della primissima ora. Con Renzi è nato un lungo
sodalizio che, però, non ha portato Marcucci ad aderire ad
Italia Viva. Nel libro, Marcucci fa un'analisi postuma degli gli
errori compiuti dal governo Renzi: "Un'occasione mancata".
Marcucci è stato capogruppo del Pd in Senato dal 2018 al
2021, fino all'arrivo di Enrico Letta alla segreteria dem: "Il
mio rapporto con lui è stato franco, anche se in tante occasioni
ho avuto prese di posizione diverse dalle sue", scrive Marcucci
nel libro.
L'autore ripercorre anche le radici imprenditoriali della
sua famiglia, attiva nel settore farmaceutico e turistico, ed il
suo attaccamento alla Lucchesia, in particolare alla Valle del
Serchio, dove è nato, e dove hanno sede le sue principali
attività economiche, nel resort 'Il Ciocco'.
Il racconto personale incrocia la storia d'Italia. Marcucci
ricorda quando venne interrogato da Di Pietro durante
Tangentopoli: a causa di un ritardo - dice il senatore - il
giudice lo minacciò di arrestare i suoi dirigenti e familiari.
E, arrivando all'oggi, svela qualche retroscena sulla trattiva
per il Colle: "Promuovo Renzi, Berlusconi e Letta - scrive
Marcucci - e considero pessima la gestione di Salvini e di
Conte". Draghi? Marcucci ne ha molta stima e spera che resti a
Palazzo Chigi anche dopo le elezioni.
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