(di Nicolò Rubeis)
Un ladro geniale, un assassino
imprevedibile e senza tempo, ideato da due donne milanesi. Ed è
proprio alle sorelle Angela e Luciana Giussani, creatrici di
Diabolik, che il Comune di Milano, in occasione del centesimo
anniversario della nascita di Angela e del sessantesimo
dall'uscita del fumetto, ha voluto intitolare i giardini di
piazza Grandi.
Una cerimonia che ha visto protagonisti l'assessore alla
Cultura della città, Tommaso Sacchi, il direttore generale della
casa editrice Astorina Mario Gomboli che dal 1962 pubblica le
storie del criminale più affascinante d'Italia e Claudia
Sozzani, erede delle sorelle Giussani. Con loro c'erano anche la
consigliera comunale Pd Diana De Marchi, la delegata di Palazzo
Marino alle Pari opportunità Elena Lattuada e il presidente del
Municipio 4 Stefano Bianco.
"Una realtà di grandissimo successo e fama", ha commentato
Sacchi che ha poi elogiato il lavoro delle sorelle Giussani "che
non hanno mai ceduto alle lusinghe dei grandi gruppi editoriali
che guardavano a Diabolik". Che oggi rivive anche nelle sale
cinematografiche dopo il film uscito lo scorso anno dei fratelli
Manetti - è atteso il sequel - con Luca Marinelli nei panni del
re del terrore, Miriam Leone nelle vesti della sua amata Eva
Kant e Valerio Mastrandrea, interprete dell'ispettore Ginko,
sempre sulle tracce di Diabolik senza mai riuscire davvero ad
arrestarlo.
"Leggevo Diabolik - ha raccontato Sacchi - ne ho acquistati
diversi, e ho visto anche il film che mi è piaciuto moltissimo".
Un'opera apprezzata anche da Sozzani, erede delle due sorelle:
"Angela e Luciana non so se oggi sarebbero qui - ha osservato -
non amavano troppo i riflettori o la popolarità".
Un anti-eroe, Diabolik, un ladro cinico e spietato, che
comunque "ci viene richiesto come testimonial di molte campagne
- ha rivelato Gomboli - e complice anche il film, fuori da ogni
previsione, stiamo guadagnando nuovi lettori".
Una figura "così originale da essere senza tempo - ha
concluso - è vero che oggi usa il laser o il computer ma è
rimasto sempre fedele a quello che era il suo spirito e la sua
eleganza trasmessa dalle sorelle Giussani".
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