(dell'inviata Mauretta Capuano)
Non solo ha trionfato a sorpresa,
ma ha raggiunto il record del più giovane vincitore di sempre
del Premio Campiello Bernardo Zannoni, 27 anni, premiato il 3
settembre al Gran Teatro La Fenice di Venezia per 'I miei
stupidi intenti' (Sellerio). Il romanzo, in cui racconta la
storia della faina Archy che guadagna la coscienza, ha avuto 101
voti sui 275 della giuria dei Trecento Lettori Anonimi, nella
sessantesima edizione dell'ambito riconoscimento degli
industriali del Veneto.
"Mi scombussola e mi riempie di gioia. Una gioia che fatico a
calcolare. Capirò se la mia vita è rovinata o cambiata al 100%.
Sono molto contento ovviamente. Sto ancora raccogliendo un po' i
pezzi che si sono infranti sul palco quando hanno detto il mio
nome. Al momento sono in questa fase di limbo in cui fatico a
capire anche le cose più elementari. Non capisco dove sto
andando, non è male" dice all'ANSA Zannoni il giorno dopo la
vittoria, in partenza da Venezia.
Di Sarzana, in Liguria, dove vive, Zannoni, con la sua testa
di voluminosi capelli ricci, non è mai stato uno studente
modello. Ha fatto il liceo classico e non aveva nessuna
intenzione di continuare con gli studi, ma spinto dalla madre ha
superato un test di ingresso alla Scuola di scrittura creativa
della Holden di Torino dove ha conosciuto lo scrittore Marco
Missiroli che "è diventato un mio carissimo amico". Zannoni si è
sempre mantenuto con diversi lavori: ha fatto il facchino, il
cameriere, riparato barche e suonato per i locali, con la
chitarra e l'armonica a bocca, improvvisandosi cantautore. E ha
sempre scritto, poesie, sceneggiature canzoni, le cose che gli
"passavano per la testa, per divertimento", anche per riuscire
un po' a sfogare quello che aveva dentro. A 21 anni ha
cominciato a scrivere 'I miei stupidi intenti', poi lo ha
interrotto per un documentario su Paolo Emilio Gironda, un
artista di Sarzana, scomparso prematuramente, e ripreso nel
2014.
Gli fa piacere che si siano potute sparigliare un po' le
carte con la sua vittoria. "Significa che il premio funziona,
che una giuria di 300 persone non mente, si sa mettere
d'accordo". In un Paese per vecchi, certo non proprio per
giovani come l'Italia, dice "che il cambio della guardia prima o
poi arriverà. Spero che quelli che verranno dopo non siano già
vecchi da mantenere questa definizione. Io mi auguro di rimanere
libero, onesto con me stesso e con chiunque mi dia credito"
spiega.
Archy, la faina protagonista del libro, che - ci tiene a dire
- "non è un romanzo pienamente di formazione", è orfana di
padre, viene barattata dalla madre per una gallina e mezzo e
consegnata a una vecchia volpe, Solomon, che è piena di segreti.
Ma perché ha scelto il mondo degli animali e della natura?
"Tutto è partito come qualcosa di divertente, un gioco. Ho
cominciato a scrivere pensando a un bosco e gli animali mi
sembravano da principio qualcosa di più semplice da trattare.
Poi, come ho capito dopo, gli animali hanno qualcosa di
superiore agli esseri umani: hanno il potere di riuscire a dire
cose incredibili con poco. Certe domande come conoscere Dio, la
morte e la scrittura sono limpide attraverso i loro occhi. Gli
animali forse ci attirano perché sono sempre imprigionati in una
condizione che abbiamo perso quando abbiamo guadagnato una
coscienza, che è quella di essere sempre nel presente".
La letteratura e la lettura sono per Zannoni "una maniera per
mettere in gioco noi stessi sulle parole di qualcun altro. E'
una specie di mettersi allo specchio e farsi guidare". Di
influenze letterarie, ma viene prima il cinema dei libri, ne ha
avute veramente tantissime. "Ho scritto in cento stili diversi,
dalle mille parole di Hugo al testo più asciutto che mi è venuto
un po' da Carver e un po' da Agota Kristof, che mi ha veramente
aperto un mondo. Sono stato ispirato da tutto quello che 'ho
mangiato', dalla musica, dal cinema". 'I miei stupidi intenti'
diventerà un film? "Mi piacerebbe, con i giusti mezzi e con
delle belle idee. Non ho ancora avuto proposte, ma sono
assolutamente aperto". E un nuovo libro? "Su questo argomento mi
metto in un silenzio, che può voler dire tutto o niente. Se c'è,
si vedrà" racconta lo scrittore che sarà al Festivaletteratura
di Mantova l'8 settembre e, come da tradizione, il 14 settembre
sarà alla serata inaugurale di Pordnonelegge.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA