(di Mauretta Capuano)
Regina del racconto breve, Katherine
Mansfield a 100 anni dalla nascita è una grande voce ancora da
esplorare. Morta di tubercolosi a Fontainebleau, vicino a
Parigi, il 9 gennaio 1923, a soli 34 anni, ha avuto un'infanzia
felice che è diventata fonte di ispirazione delle sue storie ma
una vita segnata dall'esilio, il dolore e la battaglia contro la
tisi.
Appassionata di Cechov, che considerava il suo maestro, del
quale si ritrova lo spirito nella sua scrittura, amica/rivale di
Virginia Woolf e prima autrice pubblicata dalla Hogarth Press,
Kathleen Mansfield Beauchamp, vero nome della scrittrice, era
una donna e artista fuori dagli schemi, con il dono nella
scrittura della semplicità e brillantezza.
Nata a Wellington, in nuova Zelanda, il 14 ottobre 1888,
figlia di un ricco imprenditore ma cresciuta in mezzo ai maori,
da giovanissima si è trasferita a Londra, una prima volta nel
1902 per frequentare il Queen's College e terminare gli studi e
poi, dopo un breve ritorno in Nuova Zelanda, ci è tornata nel
1908 dando inizio alla sua vita bohémienne. Dopo uno sfortunato
matrimonio ha sposato nel 1918 il critico letterario John
Middleton Murry, conosciuto in occasione della pubblicazione
della sua prima raccolta di racconti 'In a German Pension',
uscita nel 1911. Sono poi arrivati 'Preludio' nel 1918, 'Bliss'
nel 1920 e 'The Garden Party' nel 1922. Alla sua morte ha
lasciato tante pagine inedite poi stampate, a cura del marito,
insieme al diario e alle lettere.
John Middleton Murry ha dedicato alla scrittrice anche un
lungo ritratto nel libro 'Katherine Mansfield and other literary
portraits'. "Cercava una casa: ma quello che non trovò in Nuova
Zelanda non riuscì a trovarlo in nessun altro paese al mondo o
forse lo ha trovato in tutti" scriveva il marito. Ma il grande
ritratto dI Mansfield scrittrice e donna è quello fatto da
Pietro Citati nel libro "Vita breve di Katherine Mansfield"
(Adelphi) con il quale vinse nel 1981 il Premio Bagutta. I suoi
ultimi anni felici furono il 1914 e il 1915, prima che fosse
annientata dalla tubercolosi e dai tremendi dolori artritici,
raccontava Citati. "Nella vita, qualunque cosa venga realmente
accettata, subisce poi un mutamento" sottolineava la scrittrice.
Cugina di Elizabeth Von Arnim, Mansfield era molto legata a
scrittori come D.H. Lawrence, Bertrand Russell e Lady Ottoline
Morrel. Ma il legame eccezionale è quello con Virginia Woolf che
incontrò per la prima volta nel 1917 e non fu amore a prima
vista. Katherine aveva 28 anni e Virginia 35, stavano per
scrivere le loro opere più importanti. L'amicizia tra queste due
grandi protagoniste del Novecento viene ora raccontata da Sara
De Simone, tra l'altro vicepresidente dell'Italian Virginia
Woolf Society, in "Nessuna come lei. Katherine Mansfield e
Virginia Woolf: storia di un'amicizia" (Neri Pozza) che arriva
in libreria per il centenario. Basandosi su fonti e materiali in
parte inediti in Italia, De Simone cerca di sgombrare una volta
per tutte il campo da inesattezze e stereotipi consolidati sulla
presunta rivalità fra le due scrittrici, riportando anche molte
lettere della Woolf e della Mansfield. "Katherine ha cominciato
da poco a frequentare il circolo di Bloomsbury e diffida delle
origini altoborghesi di Virginia; Virginia, dal canto suo, è
gelosa della nuova arrivata e dell'interesse che suscita nei
suoi amici. Katherine è la 'straniera' che arriva dalle colonie,
la donna degli antipodi che indossa gonne corte, calze colorate,
e intona black spirituals accompagnandosi con la chitarra"
sottolinea la De Simone del loro primo incontro.
A gennaio 2023 esce anche negli Oscar Mondadori la raccolta
'Preludio e altri racconti' di Katherine Mansfield, a cura di
Franca Cavagnoli. Un'occasione, a 100 anni dalla scomparsa della
scrittrice, per riscoprire tre capolavori letterari che narrano
le vicende della sua famiglia. Oltre a 'Preludio' il suo
racconto più lungo, gioiello del modernismo, pubblicato nel 1918
dalla Hogarth Press della Woolf, il libro comprende 'Alla baia'
del 1921 e 'La casa delle bambole' del 1922 che che mettono in
scena i membri di una stessa famiglia, i Burnell, per narrare
tre volti di un'infanzia neozelandese che è poi quella
dell'autrice. E torna in libreria, il 10 gennaio per Rizzoli Bur
'Racconti', con una nuova prefazione di Giulia Caminito e un
saggio introduttivo di Armanda Guiducci, che raccoglie i testi
composti tra il 1911 e il 1923. Tra questi 'Una pensione
tedesca' e 'Felicità', e altre short story della maturità
artistica di questa anticonformista e spietata indagatrice
dell'animo umano.
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