La Spagna e il Portogallo di fine
XIX visti attraverso gli occhi di un giovane napoletano: questo
è il ritratto di un'epoca e di una regione d'Europa racchiuso
nel taccuino 'Nella Penisola Iberica', compilato da Benedetto
Croce nel 1889 in occasione di un viaggio in compagnia di un
amico. Una piccola chicca letteraria ora riscoperta, 70 anni
dopo la morte dell'intellettuale, attraverso una nuova
traduzione in spagnolo di quel diario, curata dall'Ambasciata
italiana a Madrid e dall'Istituto Italiano di Cultura (Iic)
della capitale spagnola.
"Questo taccuino ha una forte impronta di vita", ha spiegato
Marta Herling, nipote di Benedetto Croce e attuale segretaria
generale dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici,
presentando la nuova edizione presso l'Iic madrileno. "È
giovanile, evocativo, narrativo", ha aggiunto, "una guida
straordinaria, che ancora oggi avrà certamente la sua funzione".
Herling è stata accompagnata da Juan Carlos Marset, docente di
filosofia all'Università di Siviglia. "Viaggiando fuori, Croce
cercava un'introspezione in se stesso", ha detto.
La presentazione è stata introdotta da Riccardo Guariglia,
ambasciatore italiano in Spagna nonché anche lui appartenente
alla stessa famiglia di Croce da parte di madre, come svelato
dal diplomatico stesso. "Mi auguro che tutti i lettori di questa
bella traduzione possano trovare spunti simpatici e
interessanti", ha detto, "e che tutti possano comprendere quanto
siano stati e siano tuttora profondi i legami tra Napoli, che è
anche la mia città, e la Spagna". Secondo quanto ha aggiunto,
infatti, Croce volle viaggiare nel Paese iberico proprio "per
meglio comprendere Napoli, la sua città, che era impregnata di
reminiscenze spagnole".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA