MARIO UNALI, CHI TROPPO VUOLE.
L'INFLAZIONE DENTRO E FUORI L'ECONOMIA (MONDADORI, PP 159, 15,00
EURO).
È possibile che l'abbondanza, che nel parlato comune è stata
elevata a valore, a connotato di pregio, ostacoli anziché
favorire la soddisfazione dei bisogni umani? Come si entra e -
soprattutto - come si esce da un simile paradosso? Si tratta di
un problema individuale o collettivo? Queste domande, immerse in
un presente fatto di consumo, tecnologia e accesso istantaneo a
tutto ciò che desideriamo, trovano risposte tra le pieghe delle
filosofie antiche e contemporanee, da Epicuro a Sartre, nelle
pagine dei grandi scrittori, negli spartiti dei musicisti.
Mario Unali con 'Chi troppo vuole' vi porta in quel pianeta
inflazione "dove anche acqua e cibo possono uccidere",
"La storia dell'inflazione, nelle cose economiche come negli
altri campi in cui protagoniste sono le persone, è la storia di
beni che vanno tenuti a bada perché il loro eccesso, a partire
dall'acqua di cui è fatto il nostro corpo, diventa
all'improvviso un male", spiega l'autore, "È la storia della
ricchezza che custodisce al suo interno il seme nascosto della
povertà; di un processo veloce, subdolo, seducente e invisibile
agli occhi, come l'essenziale di Saint-Exupéry. Il processo che
porta il tanto a trasformarsi in troppo".
In 'Chi troppo vuole', Mario Unali, gestore patrimoniale e
divulgatore, sceglie di analizzare l'inflazione attraverso un
prisma diverso da quello economico, prendendo in considerazione
il suo impatto non soltanto sulla nostra ricchezza finanziaria
ma anche sulla dimensione comunicativa, letteraria e artistica
della vita. E lo fa con un linguaggio letterario alla portata di
tutti. Prendendo spunto dal concetto di inflazione
in senso economico, il libro indaga gli effetti sul nostro
benessere dell'ampia disponibilità di ogni bene che caratterizza
il momento storico in cui viviamo, dalla moneta alla parola,
dall'informazione alla musica.
Un approccio decisamente adatto al nostro tempo che esamina
i diversi aspetti economici attraverso una lente diversa.
Racconta come si passa "dal tanto al troppo"; quali sono le
cause dell'inflazione attraverso le scelte economiche; il
rapporto tra l'inflazione e i media domandandosi se più
informazione significa più conoscenza ma, anche, analizzando
l'inflazione nel linguaggio, nella musica. L'autore parte da
alcuni quesiti. È possibile che l'abbondanza, che nel parlato
comune è stata elevata a valore, a connotato di pregio, ostacoli
anziché favorire la soddisfazione dei bisogni umani? Come si
entra e - soprattutto - come si esce da un simile paradosso? Si
tratta di un problema individuale o collettivo?
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