GIUSEPPE MUSSARDO, MAKSIMOVIC. LA
STORIA DI BRUNO PONTECORVO (Castelvecchi; 426 Pag; 22 euro) "Una
spia, certo, ma non certo nel senso tradizionale, ma una spia
perché forniva alcune informazioni, magari perfino in modo
inconsapevole, chiacchierando. Anche perché aveva una enorme
fiducia nei sovietici ed era in generale estremamente ingenuo,
direi in modo imbarazzante". Così il fisico della Sissa Giuseppe
Mussardo descrive Bruno Pontecorvo, uno degli scienziati
migliori del dopoguerra e una delle personalità più enigmatiche
dello stesso periodo.
Mussardo è l'autore di una corposa biografia dello scienziato
dei "ragazzi di via Panisperna", che svela numerosi episodi ed
eventi della sua vita rimasti finora poco chiari quando avvolti
dal mistero addirittura. Ad esempio, le modalità con le quali
lui e la sua famiglia (5 persone complessivamente) sono fuggiti
nel 1950 facendo sparire le loro tracce, per comparire cinque
anni più tardi dall'Urss con un articolo pubblicato sulla Pravda
firmato Bruno Maksimovic Pontecorvo. "Nel libro do una chiave
interpretativa per dare una spiegazione naturale di tutta una
serie di fatti", dice Mussardo. Spia involontaria e senza
introiti: "Denari non sono mai intercorsi con lui e con tanti
altri scienziati, lo facevano solo per pura convinzione
ideologica.
Pontecorvo quando era ancora a Roma aveva scoperto come
catturare la particella più elusiva dell'universo: il neutrino.
Poi era riparato in Francia, fino all'arrivo dei nazisti, quando
nel 1940 fuggì in modo rocambolesco percorrendo in bicicletta
gli 800 chilometri da Parigi a Tolosa. Lì lo raggiunse la
moglie, la svedese Marianne, e insieme volarono negli Usa. Da
lì, Pontecorvo si trasferì in Canada dove lavorò al versante
anglo-canadese del Progetto Manhattan per la costruzione della
bomba atomica. E' nel paese del Nord America che si verifica il
primo grande scandalo di spionaggio legato all'atomica.
Pontecorvo finì nella rete, interrogato addirittura dal noto
agente dell'inglese MI5 Ian Fleming, ma poi non fu mai trovato
alcun suo coinvolgimento nell'attività spionistica che faceva
giungere a Roma tanti segreti proprio del Progetto. Ma i dubbi
su di lui si addensavano per via delle sue simpatie comuniste.
"Era stalinista, animato da una fede cieca nella lungimiranza
dei dirigenti comunisti a Mosca", indica ancora Mussardo. Il
docente della Sissa, che definisce "geniale" Pontecorvo,
presenterà il libro domani a Trieste.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA