Un raccolta di racconti che vuol
essere un tributo "leggero e a volte ironico" ai sentimenti che
si osservano dentro e fuori i luoghi della giustizia, per
mostrare le emozioni dei protagonisti e delle figure secondarie:
dalla cancelliera al commesso del bar, dal perito di
un'autopsia. Tribunapoli, del giudice Linda D'Ancona (De Nigris
editore, pag. 107, 18 euro) in uscita il 4 marzo e che sarà
presentato a Milano il 9 nell'ambito di Book Pride, risulta uno
sguardo comprensivo e compassionevole sulle vicende umane.
Il gip che si è occupata, tra l'altro, di indagini sul clan
dei Casalesi, parte dal presupposto che "la vita non accade
esclusivamente in un palazzo di giustizia, o meglio, lì dentro
confluisce il momento dirimente di una contesa, il cui giudizio
finisce nelle mani di chi invece in quel palazzo vive la maggior
parte della propria esistenza".
Nella raccolta le vicissitudini di tre figure principali
(colpevoli, vittime e giudici) e dei personaggi 'secondari' alla
vicenda centrale, che però per molti significano il centro della
propria esistenza (parenti, sposi, amici, etc.).
"Ho inventato personaggi e storie, immaginato 'finali di
partite' alternativi e usato un linguaggio totalmente diverso e
popolare per rendere omaggio alla vita reale nella quale il
dialetto napoletano, che a mio avviso ha dignità di vera e
propria lingua, e a volte anche il turpiloquio, sono i normali
strumenti di comunicazione", racconta il giudice: "Sempre però
nel massimo rispetto dell'alta funzione giurisdizionale che
tutti i giudici, me compresa, sono chiamati a svolgere secondo
la nostra Costituzione", sottolinea Linda D'Ancona.
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