(di Mauretta Capuano)
CRISTINA RIVERA GARZA, L'INVINCIBILE
ESTATE DI LILIANA (SUR, PP 300, EURO18). Il 16 luglio 1990
quando Liliana Rivera Garza, 20 anni, studentessa di
architettura, viene uccisa a Città del Messico dal suo ex
fidanzato Angel Gonzalez Ramos, che scappa immediatamente
restando impunito, mancavano tante parole per raccontare questa
storia. "Si poteva fare soltanto all'interno del discorso del
delitto passionale che colpevolizza la vittima ed esonera
l'aggressore" dice all'ANSA Cristina Rivera Garza, una delle
scrittrici messicane più famose e stimate della sua generazione.
In Italia con il memoir 'L'invincibile estate di Liliana', nelle
nostre librerie per Sur nella traduzione di Giulia Zavagna, in
cui ricostruisce la storia di sua sorella, ci mostra quanto sia
importante il linguaggio condiviso, quanto sia mancato e come
sia fondamentale la solidarietà fra le donne di tutto il mondo.
Da tempo voleva scrivere questo libro, ma la scintilla è
stata l'apertura dell'Archivio personale di Liliana. Lettere,
biglietti, disegni, alcuni riportati in questo memoir con un
carattere tipografico diverso.
"È successo che volevo riaprire il caso giudiziario di mia
sorella e cercavo un contatto con i suoi amici, speravo di
trovare una rubrica telefonica, degli indirizzi. Sapevo che
avevamo conservato le scatole con tutte le cose di Liliana e
così le ho aperte. Quello che ho trovato mi ha sorpresa
moltissimo. Toccare quelle carte mi ha dato una sensazione molto
forte della sua presenza e questa esperienza è il cuore formale
ed emotivo del libro, è quello che voglio condividere con i
lettori perché la storia si sa già come va a finire, purtroppo"
racconta. Nei documenti di Liliana prende corpo l'intuizione che
qualcosa non ha funzionato, che qualcosa non va, "ma non ci sono
le parole per confermare quella sensazione, per identificare
quel pericolo. Lei aveva descritto Angel Gonzalez Ramos come un
uomo dal temperamento aggressivo, ma sosteneva che non fosse una
cattiva persona. Si nota anche che c'è qualcosa di cui non
parla, che non riesce a dire e io non ho voluto riempire i
silenzi, non ho voluto metterle in bocca delle parole che negli
anni Novanta non esistevano. La produzione di un nuovo
vocabolario non è un lavoro che si fa individualmente ma per le
strade, nella rivolta, nella contestazione" sottolinea Cristina
che trent'anni dopo la morte della sorella ha dato voce alla sua
storia. "Ora conosciamo parole come controllo, come abuso,
femminicidio anche a livello legale. Nel 2012 il femminicidio è
entrato a far parte del codice penale messicano come un delitto
a se stante" afferma Cristina Rivera Garza.
Nonostante i passi avanti compiuti i femminicidi aumentano.
Come mai? "I numeri sono terribili un po' dappertutto: in
Messico 10 donne perdono la vita ogni giorno per mano dei loro
partner, ma anche in altri luoghi come gli Stati Uniti,
l'Italia. Tutto questo è molto preoccupante. Da una parte c'è un
tasso di impunità altissimo, in Messico il 95% dei femminicidi
non viene punito. Dall'altra parte i familiari, gli amici di
questi aggressori tendono a non denunciare, a proteggere queste
persone. Ma stanno accadendo anche cose positive: ci stiamo
dicendo 'non sei sola'. Questo è fondamentale e quando viene
detto in più lingue lo è ancora di più" dice Cristina Rivera
Garza che con questo libro ha fatto partire in Italia il
movimento Unite e moltissimi reading spontanei in giro per il
Paese. "È impressionante, sono assolutamente commossa per
l'abbraccio e l'accoglienza che c'è stata per mia sorella in
Italia e spero che potremmo continuare a fare delle cose
insieme. I diritti non vengono mai regalati, bisogna sempre
conquistarseli e continuare a lottare per averli".
Finalista al National Book Award di quest'anno, vincitrice di
numerosi premi internazionali, unica ad essersi aggiudicata due
volte il Premio Sor Juana Ines se la Cruz, Cristina Rivera Garza
che insegna all'Università di Houston dove ha creato il primo
dottorato di scrittura creativa in spagnolo negli Stati Uniti, è
autrice di numerosi libri tra cui Nessuno mi farà piangere e
Segreto, tutti dedicati alla sorella e con sempre una
particolare attenzione alla violenza di genere.
"Credo di aver cercato di scrivere questo libro tutta la vita e
poi con il ritrovamento dei documenti, con l'arrivo della
pandemia che mi ha fatto venire la paura di morire senza aver
raccontato questa storia finalmente ci sono riuscita" dice. E
adesso? "Ci sono delle storie da raccontare di tutte le ragazze
sopravvissute".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA