"È una gigantesca panna montata,
non c'è alcuna censura. Chi non ha messo Saviano è il suo
editore". Lo ha detto Giuseppe Laterza a margine del Festival
Internazionale dell'Economia che la casa editrice organizza a
Torino.
"Alla domanda del giornalista sulla esclusione di Saviano
- ha aggiunto Laterza - avrebbe dovuto seguire una spiegazione
sulla selezione degli autori che in parte rimane in capo agli
editori coordinati dall'Aie. Purtroppo c'è stato un improvvido
intervento di Mario Mazza che ha dato ragioni fuori luogo e ha
dato l'impressione di una selezione da parte del governo che ha
eliminato il nome di Saviano, cosa che non è stata perché il suo
nome non c'era. Uno può dispiacersi, ma non è censura Il
meccanismo può essere discusso ma è previsto da una convenzione
scritta due anni fa. Le regole si devono rispettare. Se si fosse
aggiunto il suo nome lo stesso Saviano si sarebbe sentito in
imbarazzo".
"Come si risolve la questione? Semplicemente se si torna ai
fatti. Purtroppo il dibattito pubblico prescinde dai fatti,
contano le magliette qualunque evidenza si porta. È colpa
dell'era dei social. Censura è se a farla è un ente pubblico o
un ministero o un'istituzione culturale. Se io editore scelgo di
non pubblicare Saviano non è censura, magari vuol dire che sono
un imbecille. Io comunque lo pubblicherei, ho un'enorme stima di
Saviano", ha sottolineato l'editore.
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