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Muore a 93 anni la scrittrice irlandese Edna O'Brien

Muore a 93 anni la scrittrice irlandese Edna O'Brien

Esplorò complicazioni e contraddizioni della vita delle donne

ROMA, 28 luglio 2024, 21:30

di Mauretta Capuano

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le folli serate nella swinging London anni Sessanta, i party newyorchesi, l'amicizia con Philip Roth, Gore Vidal, Jackie Onassis, Marlon Brando. Una vita brillante, libertina, vorticosa nella quale c'è stato però spazio anche per la solitudine e la scrittura, come aveva raccontato nell'autobiografia Country Girl, uscita in Italia con Elliot nel 2013. Edna O'Brien, grande scrittrice irlandese, è morta all'età di 93 anni dopo una lunga malattia. Lo ha annunciato i media britannici citando il suo agente.
"Per un breve periodo, un anno, mi abbandonai alla swinging London. Facevo party ogni sabato sera. Stappavo champagne, cucinavo. Le feste - aveva raccontato la scrittrice all'ANSA, parlando dell'autobiografia - erano bohemien, ci venivano molte persone meravigliose. Ma in fondo sapevo che trascuravo la mia vera vocazione, la scrittura, e che avrei dovuto tornare a quello e lo ho fatto". Amica di Philip Roth, che l'aveva definita "la donna più dotata che oggi scrive narrativa in inglese", e di Norman Mailer, amata da Alice Munro, O'Brien, vincitrice di tutti i premi letterari d'Irlanda e di molti riconoscimenti internazionali, tra cui il Pen/Nabokov 2018, autrice di oltre trenta romanzi, saggi e collezioni di racconti tradotti in tutto il mondo, non ha mai smesso di raccontare l'emancipazione femminile con audacia e intelligenza acuta.
Nata a Tuamgraney il 15 dicembre 1930 in una famiglia dalle forti radici cattoliche, educata alla National School di Scariff e nel Convent of Mercy di Loughrea, retto da suore, O'Brien si era trasferita a Dublino ed era fuggita con un uomo sposato che sarebbe diventato suo marito, lo scrittore Ernest Gebler, da cui avrebbe divorziato nel 1964 affrontando poi una lunga battaglia per l'affido dei figli Carlo e Sasha, stabilendosi poi a Londra.
L'esordio nel 1960 con il romanzo The Country Girls, in italiano Ragazze di Campagna (Feltrinelli), in cui ha raccontato una nuova generazione di donne che seguivano liberamente il loro desiderio di autonomia e libertà, lottando contro le aspettative oppressive e ipocrite della vita rurale. Un libro proibito dalla censura, che costrinse la scrittrice a lasciare il suo Paese, diventato però il primo capitolo di una trilogia che comprende The Lonely Girl (La ragazza sola, Rizzoli), ristampato nel 1964 col titolo Girl with green eyes, e Girls in their married bliss (Ragazze nella felicità coniugale, Edizioni e/o). Al centro dei tre romanzi, le vicende di due amiche, Caithleen e Baba, dai giorni della fanciullezza alla giovinezza, con l'esperienza del matrimonio, dell'abbandono, della solitudine, ma anche del finale trionfo, soprattutto di Caithleen, sui condizionamenti e sui pregiudizi della società del suo tempo, tra bigottismo e gretto maschilismo. I tre libri sono stati ripubblicati in unico volume con l'aggiunta di un'appendice sulle vicende delle due protagoniste, divenute molto popolari in Irlanda, anche in seguito alla versione cinematografica di The country girls (1984).
Altri suoi romanzi - quasi tutti incentrati su donne in conflitto con una realtà sordida e meschina − sono August is a wicked month (1965), Casualties of peace (1966), A pagan place (1970); Night (1978), ritratto di donna in forma di monologo interiore; Johnny I hardly knew you (1977), e The high road (1988), storia di una donna matura, ferita dalla vita, ma capace ancora di riscoprirne le miracolose potenzialità. E ancora, tradotti in italiano, Le stanze dei figli, Un feroce dicembre, La luce della sera, Ragazza (Einaudi Stile Libero), ambientato nel Nordest della Nigeria dove Maryam è in fuga con la sua bambina, dopo essere stata tenuta in ostaggio insieme ad altre giovanissime donne, rapite dai fondamentalisti islamici di Boko Haram.
Rendendo omaggio all'autrice, il suo editore, Faber, ha sottolineato che è "una delle più grandi scrittrici della nostra epoca. Ha rivoluzionato la letteratura irlandese, catturando la vita delle donne e la complessità della condizione umana in una prosa luminosa e libera, che ha esercitato una profonda influenza su molti scrittori che l'hanno seguita". "Edna si sforzava costantemente di aprire nuovi orizzonti artistici, di scrivere in modo veritiero, da un luogo di sentimenti profondi.
La vitalità della sua prosa era lo specchio della sua voglia di vivere: era la migliore compagnia, gentile, generosa, maliziosa, coraggiosa. Edna era una cara amica per tutti noi e ci mancherà moltissimo. È un enorme privilegio per Faber pubblicarla, e il suo audace e brillante lavoro continuerà a vivere". 
   

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