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Meno di 4 editori europei su 10 producono e-book accessibili

Meno di 4 editori europei su 10 producono e-book accessibili

Indagine in vista dell'arrivo dell'European Accessibility Act

ROMA, 02 ottobre 2024, 14:23

Redazione ANSA

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Più di 7 editori europei su 10 sono consapevoli dell'impatto imminente dell'European Accessibility Act, ma meno di 4 su 10 (il 37,4% degli editori che producono e-book) realizzano e-book accessibili. Lo rivela Apace, il progetto guidato da Fondazione Lia - Libri Italiani Accessibili e Associazione Italiana Editori, a meno di un anno dell'entrata in vigore, il 28 giugno 2025, della Direttiva Europea sui requisiti di accessibilità̀ dei prodotti e dei servizi. I risultati completi dell'indagine verranno presentati il 16 ottobre alla Fiera del libro di Francoforte nel seminario L'era dell'accessibilità. Siete pronti? L'European Accessibility Act impone agli editori di produrre le loro pubblicazioni digitali in formati accessibili e all'intera filiera editoriale (librerie online, soluzioni di lettura hardware e software, siti web e soluzioni di gestione dei diritti) di essere accessibile. La stragrande maggioranza delle case editrici europee intervistate e coinvolte dalla direttiva (94% di quelle con un fatturato superiore ai 10 milioni e 83% di quelle con un fatturato da 2 e 10 milioni) è consapevole del fatto che l'European Accessibility Act influenzerà le loro attività. In generale, il 70,5% degli editori intervistati è consapevole del fatto che la direttiva avrà un impatto sulle loro attività: tuttavia, solo il 37,4% già produce e-book accessibili. Una analoga percentuale inizierà a farlo entro la fine del 2024. Sono consapevoli dell'impatto della normativa anche il 52% tra le microimprese (editori con un fatturato di meno di 2 milioni di euro e meno di 10 dipendenti), che pure non saranno vincolate dagli obblighi previsti: cosa che evidenzia la forte sensibilità sociale del settore. D'altronde circa il 30% delle microimprese che pubblicano e-book ha già titoli accessibili nei propri cataloghi. Il 62,4% degli editori coinvolti non ha ancora stanziato un budget specifico per soddisfare i requisiti della Direttiva, il 17,3% prevede però di farlo entro il 2025.
    Essere in linea con i requisiti dell'Accessibility Act comporta investimenti significativi, è però difficile stimarne l'impatto economico effettivo. Il 93,1% ha però dichiarato di non aver avuto accesso e di non essere a conoscenza di finanziamenti pubblici, né nazionali né europei, utili per supportare gli investimenti necessari o per attivare progetti formativi in questo ambito. "Questa indagine evidenzia l'impegno crescente del settore editoriale europeo verso l'accessibilità, ma sottolinea anche la necessità di un rafforzamento delle pratiche di formazione continua, della collaborazione tra Paesi e soggetti diversi, del ruolo dell'Unione europea nel sostenere il cambiamento" sottolinea Cristina Mussinelli, segretaria generale di Fondazione Lia. "L'indagine Apace dimostra che gli editori stanno rispondendo egregiamente, ma allo stesso tempo mette in luce la carenza di politiche pubbliche per accompagnare gli sforzi del settore privato" afferma Ricardo Franco Levi, presidente della Federazione degli Editori Europei. "Il lavoro svolto da Aie e dagli editori italiani, in costante collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi, fin dal 2014, con la creazione di Fondazione Lia ha consentito al nostro Paese di sviluppare un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale che ha anticipato quanto richiesto dall'European Accessibility Act in termini di accessibilità di contenuti e pubblicazioni digitali. È però fondamentale che anche tutti gli altri attori della filiera come librerie online, piattaforme e aggregatori si adeguino" spiega Innocenzo Cipolletta, presidente dell'Aie.
   

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