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Lemire, storia di Gerusalemme a fumetti

Lemire, storia di Gerusalemme a fumetti

La ricostruzione delle vicende di una città contesa

ROMA, 09 ottobre 2024, 11:28

Redazione ANSA

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(di Massimo Lomonaco) VINCENTI LEMIRE-CHRISTOPHE GAULTIER: STORIA DI GERUSALEMME (Einaudi; Pp 256; 25 euro) Gerusalemme "capitale di due stati confederati, città separata ma non divisa, con istituzioni israeliane a ovest e palestinesi a est; al centro una municipalità comune, eletta da tutti gli abitanti". E' uno degli scenari che lo storico francese Vincent Lemire ipotizza per il futuro della città nella sua storia, a fumetti, in cui ripercorre le vicende di Gerusalemme.
    L'indicazione di "due stati confederati" appare indicare già il pensiero generale di Lemire sul conflitto in Medio Oriente. Un punto di vista che si pone in netto contrasto con Israele che - forte del proprio retaggio millenario - considera la città sua capitale "unica, indivisibile ed eterna". Come ha certificato - anche se unilateralmente e senza riconoscimento internazionale - una legge votata dalla Knesset nel 1980. Che la 'città 3 volte santa' possa essere condivisa è un'opzione che Israele esclude, forte su questo punto di un largo consenso interno: da sinistra a destra. Ma lo scenario di condivisione non è patrimonio comune neanche della parte opposta: Hamas, la Jihad islamica, le altre milizie della regione e l'Iran invocano la "riconquista di Gerusalemme" persa nella guerra del 1967 e la cancellazione dello stato ebraico. Il panorama invocato da Lemire - che si è avvalso nel libro dei fumetti disegnati da Christophe Gaultier - è sostenuto da una ricostruzione storica che in alcuni punti potrebbe, invece, far storcere la bocca ad alcuni. Soprattutto quando si parla di Gerusalemme come "una città mondo", nella quale le tre fedi monoteiste si sono susseguite. La tradizione ebraica ha sì il suo peso ma è bilanciata prima dall'avvento del cristianesimo e poi da quello dell'islam. La conclusione che si può trarre è che per Lemire - che punta molto su recenti scoperte archeologiche - non ci sia dunque un attore storico principale che possa legittimare la sua rivendicazione totalizzante sulla città. Anzi, in uno dei destini che può attendere la città, lo storico francese segnala quello di "una città internazionale, una capitale universale senza passato nè bilanci in passivo, inodore e insapore che ospiterà la nuova sede dell'Onu sul monte degli Ulivi e non apparterrà a nessuno stato in particolare". Nella neutralità che l'autore evoca per una Gerusalemme messa così al di sopra delle parti, per molti potrebbe esserci un misconoscimento della storia della città. Un luogo in cui sicuramente devono convivere - con ogni garanzia e tutela - le tre fedi monoteiste, ma senza dover dimenticare chi e come l'abbia segnata con la sua cultura e la sua identità.
    Gerusalemme non è - direbbero in molti - una lavagna in cui chi è passato nella storia ha apposto il suo tratto, nè una sorta di monumento a cielo aperto che non appartiene a nessuno o magari a tutti.
   

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