Un dialogo sull'appassionante
storia degli scacchi nel secolo breve, sui suoi personaggi e
sulle partite diventate eventi. E' stata la presentazione alla
Estorick Collection, museo di arte italiana a Londra, di 'La
mossa giusta' (Baldini+Castoldi), l'ultimo romanzo dello
scrittore e giornalista Enrico Franceschini, che ha ripercorso
le vicende narrate nel libro, con protagonista Ossip Bernstein,
ebreo ucraino, brillante avvocato d'affari a Mosca diventato uno
dei più forti scacchisti del mondo, insieme a Federico Varese,
professore di criminologia a Oxford e a lungo stretto
collaboratore di John le Carré, il maestro britannico della
letteratura di spionaggio scomparso nel 2020. Attraverso
l'esistenza avventurosa di Bernstein, a partire dall'episodio
all'inizio del romanzo biografico in cui riesce a sfuggire nel
1918 al plotone d'esecuzione dei bolscevichi proprio per la sua
fama di giocatore di scacchi, Franceschini, per oltre
quarant'anni corrispondente estero tra Stati Uniti, Russia e
Regno Unito, e Varese hanno ripercorso con suggestioni e
aneddoti personali eventi storici e cambiamenti di oltre un
secolo arrivando fino all'oggi. La vita rocambolesca del
protagonista, che passa dalla Parigi degli anni ruggenti al
crollo della Borsa di Wall Street, viene travolta dalla Seconda
guerra mondiale e dall'Olocausto, per concludersi durante la
guerra fredda, quando Stati Uniti e Unione Sovietica si
fronteggiavano con missili nucleari, si presta infatti benissimo
a raccontare un passato capace di influenzare ancora il nostro
presente.
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