"Non è solo la destra il problema, la
sinistra in Rai ne ha fatte di tutti i colori e, soprattutto,
non ha fatto niente per una riforma vera. Che sarebbe dare a Rai
una vera autonomia, metterla in mano a persone capaci. Non la
farà certamente la destra e probabilmente non la faranno nemmeno
i prossimi che arriveranno, ammesso che non siano ancora gli
stessi". La scusa per chiacchierare con Maurizio Mannoni,
storico volto di Rai 3, è il suo nuovo libro, 'Una notte a Saxa
Rubra' (La nave di Teseo), un romanzo dal quale emerge
un'immagine della Rai controversa, come dice lui "un ritratto
chiaroscuro" del servizio pubblico. In effetti, la sua critica
ai sistemi politici e lavorativi all'interno dell'azienda non è
nemmeno tanto velata e, come ha da ridire sulla necessità di una
riforma, lo stesso vale per altro.
Tra le pagine, il racconto di una (finta) indagine nelle sedi
Rai con, sullo sfondo, la storia (in parte vera) degli anni di
Mannoni a Rai 3, con un ritratto di alcuni tra i suoi compagni
di viaggio. Da Ilaria (Alpi) a Giovanna (Botteri), passando
anche da Michele (Santoro). "Avevo voglia di scrivere qualcosa
che ripercorresse un po' la mia storia professionale - spiega
l'ex conduttore di Linea Notte - però non mi andava di fare una
sorta di memoriale o piccolo saggio". La vicenda narrata non è
vera, ma "verosimile - prosegue - cose di questo genere ne ho
viste tante nel corso della mia carriera". Si parla di storie
d'amore clandestine, ma anche di lottizzazione, politica,
sopraffazioni, molestie sessuali.
"Chi conosce la Rai sa che è tutto vero, questi meccanismi
esistono - aggiunge Mannoni - certo non è solo questo, ci sono
tante persone in gamba, anche se vanno sempre più scomparendo".
Per quanto riguarda l'offerta, "dalla Rai non viene più fuori
niente - critica - le cose che nascono muoiono nell'arco di
poche settimane, non c'è più una progettazione programmata. Mi
pare che gli amministratori abbiano per prima cosa pensato a
normalizzare tutto senza portare nel loro contributo idee,
innovazioni".
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