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Il Manuale dell'onnivoro per mangiare sano e felice

Il Manuale dell'onnivoro per mangiare sano e felice

In libreria nuova edizione illustrata del best seller di Pollan

ROMA, 12 novembre 2024, 14:02

Redazione ANSA

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(di Daniela Giammusso) MICHAEL POLLAN, 'IL MANUALE DELL'ONNIVORO' (Adelphi, pp. 230, 51 immagini a colori - 24,00 euro).
    "Non mangiate nulla che la vostra bisnonna non riconoscerebbe come cibo". A pensarci bene, basterebbe anche solo questa regola. Ma c'è anche "diffidate dei prodotti che vantano proprietà salutari". O "evitate quelli con la dicitura light, dietetico, zero grassi". E poi, non snobbate i pescetti azzurri, come acciughe e sardine. Bevete l'acqua di cottura degli spinaci. Consumate solo cibo che va a male: è cibo vivo.
    Sono i suggerimenti di Michael Pollan, giornalista e saggista statunitense, autore di numerosi libri-inchiesta sul cibo, che dal 15 novembre torna in libreria in Italia per Adelphi con il Manuale dell'onnivoro (pp. 230, 51 immagini a colori - 24,00 euro).
    Un "ritorno" appunto, perché Pollan riprende in mano il suo best seller del 2009, Food Rules: An Eater's Manual, che in questi anni, racconta nella prefazione, "ha continuato a evolversi in modi imprevisti", con una partecipazione collettiva dei lettori e persino merchandising spontanei con linee di magliette.
    Quindici anni dopo, quello di Pollan è ancora un attualissimo manuale di buon senso, oggi aggiornato e arricchito delle coloratissime illustrazioni della pittrice Maira Kalman, con la traduzione di Livia Signorini.
    Un libro che descrive il mondo del cibo sano e felice e chiede con gentilezza di azzerare il rapporto con quello confezionato, tornando un po' indietro nel tempo. "La scienza della nutrizione - scrive l'autore -a essere generosi è una scienza molto giovane, che sta ancora cercando di capire cosa succede di preciso al corpo umano quando si sorseggia una bibita gassata" o "perché mai abbiamo così tanti neuroni proprio nello stomaco".
    Dopotutto, aggiunge, "esiste da circa 200 anni, oggi è un po' come la chirurgia nel 1650: molto promettente e interessantissima, ma… qualcuno ha voglia di farsi operare?".
    Altro tema su cui riflette è l'incidenza delle malattie nelle popolazioni che hanno adottato la "dieta occidentale", così "ricca di prodotti lavorati" quando invece "gli esseri umani si sono nutriti bene e si sono tenuti in forma per millenni prima che arrivasse la scienza della nutrizione a dir loro come mangiare. Si può benissimo mangiare sano anche senza sapere cos'è un antiossidante".
    Diviso in tre sezioni - Mangiate del cibo, Soprattutto verdure, Non troppo - il manuale si snoda quindi in 83 regole argute, ironiche, a volte provocatorie, per mangiare in "maniera sana e soddisfacente". "Regole formulate più sulla base di un contesto culturale che scientifico - dice - anche se spesso la scienza ha confermato quanto la cultura già sapeva da un pezzo". Per formularle Pollan ha raccolto infatti adagi sul cibo, consultato esperti di folklore, antropologi, dottori e infermieri, nutrizionisti e dietologi, molte madri, nonne e bisnonne. Si è anche informato dai suoi stessi lettori e dai partecipanti alle sue conferenze.
    Ecco allora che si va da "Evitate i cibi pubblicizzati in tv" a "A colazione, non mangiate cereali che cambiano il colore del latte". E poi "Mangiate tutto il cibo spazzatura che volete, purché ve lo prepariate da voi" o "Evitate gli ingredienti che ingannano il vostro corpo". "Pagate di più, mangiate di meno" o, come dicevano le nonne, "Se non vi mangereste una mela, allora non è vera fame". In fondo, suggerisce Pollan, basterebbe riscoprire il valore della tradizione e un rapporto più rilassato col cibo.
    La regola più confortante? La n. 48: Mangiate soprattutto come i francesi. O i giapponesi. O gli italiani. O i greci. Ma mai dimenticare la n.83: Infrangete le regole ogni tanto. Perché "vivere ossessionati dalle regole alimentari non può rendere felici e forse nemmeno giovare alla salute". E come diceva Oscar Wilde, ci vuole moderazione in tutto, anche nella moderazione.
   
   

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