(di Daniela Giammusso)
MICHAEL POLLAN, 'IL MANUALE
DELL'ONNIVORO' (Adelphi, pp. 230, 51 immagini a colori - 24,00
euro).
"Non mangiate nulla che la vostra bisnonna non riconoscerebbe
come cibo". A pensarci bene, basterebbe anche solo questa
regola. Ma c'è anche "diffidate dei prodotti che vantano
proprietà salutari". O "evitate quelli con la dicitura light,
dietetico, zero grassi". E poi, non snobbate i pescetti azzurri,
come acciughe e sardine. Bevete l'acqua di cottura degli
spinaci. Consumate solo cibo che va a male: è cibo vivo.
Sono i suggerimenti di Michael Pollan, giornalista e saggista
statunitense, autore di numerosi libri-inchiesta sul cibo, che
dal 15 novembre torna in libreria in Italia per Adelphi con il
Manuale dell'onnivoro (pp. 230, 51 immagini a colori - 24,00
euro).
Un "ritorno" appunto, perché Pollan riprende in mano il suo best
seller del 2009, Food Rules: An Eater's Manual, che in questi
anni, racconta nella prefazione, "ha continuato a evolversi in
modi imprevisti", con una partecipazione collettiva dei lettori
e persino merchandising spontanei con linee di magliette.
Quindici anni dopo, quello di Pollan è ancora un attualissimo
manuale di buon senso, oggi aggiornato e arricchito delle
coloratissime illustrazioni della pittrice Maira Kalman, con la
traduzione di Livia Signorini.
Un libro che descrive il mondo del cibo sano e felice e chiede
con gentilezza di azzerare il rapporto con quello confezionato,
tornando un po' indietro nel tempo. "La scienza della nutrizione
- scrive l'autore -a essere generosi è una scienza molto
giovane, che sta ancora cercando di capire cosa succede di
preciso al corpo umano quando si sorseggia una bibita gassata" o
"perché mai abbiamo così tanti neuroni proprio nello stomaco".
Dopotutto, aggiunge, "esiste da circa 200 anni, oggi è un po'
come la chirurgia nel 1650: molto promettente e
interessantissima, ma… qualcuno ha voglia di farsi operare?".
Altro tema su cui riflette è l'incidenza delle malattie nelle
popolazioni che hanno adottato la "dieta occidentale", così
"ricca di prodotti lavorati" quando invece "gli esseri umani si
sono nutriti bene e si sono tenuti in forma per millenni prima
che arrivasse la scienza della nutrizione a dir loro come
mangiare. Si può benissimo mangiare sano anche senza sapere
cos'è un antiossidante".
Diviso in tre sezioni - Mangiate del cibo, Soprattutto verdure,
Non troppo - il manuale si snoda quindi in 83 regole argute,
ironiche, a volte provocatorie, per mangiare in "maniera sana e
soddisfacente". "Regole formulate più sulla base di un contesto
culturale che scientifico - dice - anche se spesso la scienza ha
confermato quanto la cultura già sapeva da un pezzo". Per
formularle Pollan ha raccolto infatti adagi sul cibo, consultato
esperti di folklore, antropologi, dottori e infermieri,
nutrizionisti e dietologi, molte madri, nonne e bisnonne. Si è
anche informato dai suoi stessi lettori e dai partecipanti alle
sue conferenze.
Ecco allora che si va da "Evitate i cibi pubblicizzati in tv" a
"A colazione, non mangiate cereali che cambiano il colore del
latte". E poi "Mangiate tutto il cibo spazzatura che volete,
purché ve lo prepariate da voi" o "Evitate gli ingredienti che
ingannano il vostro corpo". "Pagate di più, mangiate di meno" o,
come dicevano le nonne, "Se non vi mangereste una mela, allora
non è vera fame". In fondo, suggerisce Pollan, basterebbe
riscoprire il valore della tradizione e un rapporto più
rilassato col cibo.
La regola più confortante? La n. 48: Mangiate soprattutto come i
francesi. O i giapponesi. O gli italiani. O i greci. Ma mai
dimenticare la n.83: Infrangete le regole ogni tanto. Perché
"vivere ossessionati dalle regole alimentari non può rendere
felici e forse nemmeno giovare alla salute". E come diceva Oscar
Wilde, ci vuole moderazione in tutto, anche nella moderazione.
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