"Padre Giuliano Stenico ha fatto
della sua vita un capolavoro, una vita semplice e prodigiosa.
Ogni capitolo di questo libro è un esempio da seguire,
finalmente ho capito cosa vuol dire fare del bene": così Roberto
Benigni firma in controcopertina il libro di padre Giuliano
Stenico 'Una ragionevole follia. La mia vita con il Ceis',
scritto in collaborazione con il giornalista Alessandro Alvisi,
disponibile da oggi nelle principali librerie ed edicole di
Modena e nel sito dell'editore Artestampa. Stenico è presidente
della Fondazione Ceis, centro nato a Modena nel 1982 che si
occupa di progettare, sviluppare e gestire servizio
socio-educativi e sociosanitari negli ambiti delle dipendenze,
dei minori e dell'universo dell'assistenza.
Nella prefazione il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di
Bologna e presidente della Conferenza Episcopale italiana,
ricorda che il Ceis' è stato 'l'albergo del buon samaritano',
"il luogo dove tanti potevano trovare una speranza nel buio" e
che padre Giuliano "sa unire ascolto e dialogo, fermezza e
sensibilità, donando senso di accoglienza e di comunità, con
passione, intelligenza e la motivazione evangelica di restituire
l'altro a se stesso".
Nel volume, presentato a Modena, padre Stenico descrive come
la sua formazione religiosa, influenzata dal Concilio Vaticano
II, lo abbia portato a vedere la spiritualità come un impegno
attivo nella condivisione dei bisogni e delle responsabiltà
verso i più fragili. Il Ceis è stato reso un modello di
intervento sociale "grazie alla capacità di anticipare i tempi e
di promuovere una cultura inclusiva e solidale, contribuendo a
cambiare la percezione e il trattamento delle dipendenze nella
società italiana". E ricorda quando Benigni gli aveva concesso
di distribuire durante i suoi spettacoli il fiocchetto rosso,
simbolo dell'Hiv, per raccogliere offerte destinate alla
ristrutturazione di Casa San Lazzaro.
Il libro è arricchito dalla testimonianza di Erio
Castellucci, arcivescovo abate della Diocesi di
Modena-Nonantola: "La fraternità - scrive - è il cuore che si
mette per rendere concreta la libertà e l'uguaglianza e il Ceis
la mette in pratica attivando reti ad ogni livello, tra le
famiglie, gli operatori e le comunità dei territori in cui
opera. Così si attivano nelle persone le risorse, le zone buone,
in qualsiasi condizione esse si trovino".
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