(di Chiara Venuto)
Gli esordi nelle radio private di
Carlo Conti, quando si mettevano le pubblicità finte per
sentirsi importanti. La cattiveria di Paolo Villaggio con il suo
agente. Gli innumerevoli scherzi di Antonio Ricci. E Franco
Battiato come sex symbol, tanto da ispirare Luciano Ligabue a
diventare un cantante. Da otto anni a questa parte, ogni
domenica il Fatto Quotidiano pubblica le interviste di
Alessandro Ferrucci ai protagonisti del mondo della cultura e
dello spettacolo italiano. Chiacchierate da cui sono uscite
chicche e aneddoti che non potevano essere dimenticati. Da qui
nasce 'Non sai cos'è successo…' (Paperfirst), un'enciclopedia di
milleduecento storie buffe, tristi o quantomeno curiose che
hanno coinvolto alcuni dei principali interpreti
dell'italianità.
"Ormai non esiste più un collante culturale - spiega Ferrucci
all'ANSA, per una volta nella posizione di chi riceve le domande
- siamo tutti un po' frazionati, i ragazzi non vedono la
televisione e personaggi come Volonté, Mastroianni, in parte
anche Alberto Sordi, sono ormai degli sconosciuti". Gli aneddoti
raccolti da Ferrucci sono, dice, dei "microromanzi" che
compongono una "commedia all'italiana un po' cinica, spietata,
ironica, feroce", catalogati a livello tematico o sotto il nome
del personaggio di cui si parla (Silvio Berlusconi, Renato Zero,
Goliarda Sapienza…). "Ho scelto soltanto storie che hanno un
inizio e una fine - prosegue - nei trenta secondi in cui ne
leggi una ti puoi immergere in quella vicenda. Per questo è un
libro che va letto lentamente: quando hai degli chef stellati
che ti fanno i menù degustazione con 20 portate, arrivi al
quindicesimo che non hai più il palato. Se leggi troppe storie,
perdi il gusto di immergerti in ciascuna".
Il segreto per farsi rivelare così tanti dettagli? "Bisogna
avere la pazienza di ascoltare - risponde - prepararsi prima. A
volte faccio anche un giro di telefonate a delle persone che
conoscono il soggetto". Gli interlocutori più ostici sono "gli
under 40 - aggiunge il giornalista - hanno meno da raccontare,
spesso la sindrome dell'impostore e sono terrorizzati all'idea
di esprimersi ed esporsi per via dei social. Dall'altro lato,
c'è la generazione come quella di Ornella Vanoni: non hanno
nulla da perdere, sono sicuri e soddisfatti di loro stessi. Si
divertono come matti a stupire ed è un piacere".
La storia che più ha stupito Ferrucci è quella di "Franca
Leosini - ricorda -. Mi ha raccontato che a 21 anni ha rischiato
di diventare una 'storia maledetta'. Una collega del suo futuro
marito, un famoso medico che lavorava negli Stati Uniti con cui
probabilmente la donna aveva una relazione, la chiamò a due
giorni dalle nozze minacciandola. Parliamo di 70 anni fa.
Leosini decise di lasciarlo, ma dovette scappare acquattata sul
fondo di un'auto".
L'intervista nel cassetto? "Bruce Springsteen. O Nanni
Moretti, che è impossibile trovare - conclude -. È una delle
persone che hanno segnato il cinema. Negli anni '90 dovevi
passare da lui per capire se il film era giusto o no, era lui il
metro di paragone". Cosa gli chiederebbe? "Ho una lista talmente
lunga di domande…"
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