ANNA VERA VIVA, MALAMMORE (GARZANTI,
PP. 288, EURO 18)
Dopo 'Questioni di sangue' e 'L'artiglio del tempo', esce
sempre per Garzanti il terzo capitolo della saga di padre
Raffaele, prete del rione Sanità. Stavolta il 'don' dovrà
scoprire chi ha ucciso Antonio Capasso alias Brunella, nota drag
queen della città, amatissima dal pubblico che sborsa salati
biglietti per ammirarla nei panni di Rita Hayworth. Sul palco
avanza sensuale con un lunghissimo spacco, la bocca rosso
cremisi, i denti perfetti, il sorriso malizioso. Una vita di
sofferenza, quella di Brunella, che nell'incipit è descritta
lontano dai riflettori, col trucco sfatto davanti allo specchio
al mattino, i lunghi capelli corvini, gli occhi obliqui e una
tristezza che la divora perché si sente 'in bilico tra due mondi
ed estraneo a entrambi'.
Un giorno il corpo di Brunella viene trovato senza vita nel
suo appartamento, 'steso bocconi sul tappeto del salotto, con un
sottile rivolo di sangue che dalla nuca scendeva piano sulla
gota per finire nella piccola pozza che si era formata sotto il
viso'. A far luce sul caso sarà padre Raffaele, tornato dopo
decenni nel quartiere; dovrà vedersela con un'indagine intricata
che lo porta a scontrarsi con il fratello Peppino, boss della
Sanità, e a nuovi incontri con un'umanità piena di vizi e
ossessioni. Per sbrogliare il bandolo della matassa, padre
Raffaele si serve dell'aiuto di Assuntina, la fida perpetua che
oltre ad avere una logica infallibile prepara fantastici
manicaretti e "si muove come una trottola tra impasti e ripieni"
in una cucina che pare quella di un 'transatlantico'.
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