VENEZIA - A Mestre, città tormentata all'ombra di Venezia, il nome di don Franco De Pieri è noto per una vita dalle molte sfaccettature, originale e spesso polemica ma che ha saputo catturare l'attenzione e la fedeltà di moltissime persone di ogni ceto e storia. La sua vita ora la racconta un libro, "Chi ama ricorda", titolo tratto da un suo motto, scritto da Paolo Fusco ed edito da Marsilio. Un primo legame è con il "Centro di solidarietà Don Milani", da lui fondato e guidato per trent'anni: cinquemila si stima che siano i giovani da lui strappati all'eroina e ad altre forme di dipendenza. Negli anni della sua presidenza, una realtà nata dall'opera di pochi volontari è divenuta un'impresa del sociale da oltre 150 dipendenti.
Stimato in tutta Italia tra quanti operano nel campo delle tossicodipendenze, don De Pieri è stato anche vicepresidente della Federazione mondiale delle comunità terapeutiche. Altri hanno invece conosciuto e apprezzato don Franco come prete, al fianco di monsignor Valentino Vecchi a San Lorenzo prima, poi come parroco in altre due parrocchie. Ha battezzato, cresciuto e sposato generazioni di persone; è stato guida e riferimento della Mestre "bene" e di quella che zoppica, sacerdote cattolico e "sacerdote laico", capace di accompagnare anche chi non crede o crede a metà. La sua vicenda umana si interseca con la storia cittadina: il rapimento e l'uccisione di Giuseppe Taliercio, la nascita del rione Pertini, un quartiere popolare sorto alla periferie della città, lo sviluppo di una galassia di cooperative che offre lavoro a chi non sarebbe in grado di trovarlo altrove. Fino a quando, ormai in età avanzata, decide di spendere gli ultimi anni della sua vita in missione in Brasile. Una vita come un romanzo, che viene quasi 'compressa' in un libro di 300 pagine. Firmano la postfazione l'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, fraterno amico di don De Pieri, e Luciano Squillaci, attuale presidente della Federazione italiana delle Comunità terapeutiche. Il ricavato dei diritti del volume verrà devoluto al Centro don Milani.
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