Oggi solo il 20% della popolazione
mondiale può esercitare i propri diritti politici e civili. Ma
chi può dirsi veramente libero? E a cosa serve la libert?. Se lo
chiede Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis e
autore del libro "Le ciliegie di Hegel. Una riflessione sulla
libertà" (Ponte delle Grazie, pp 279, 16,80 euro).
L'autore ricorda che paradossalmente crescita economica e
miglioramento delle condizioni sociali non sono necessariamente
correlati a un maggiore grado di libertà. A suo parere per
comprendere il il vero significato della libertà bisogna
risalire agli albori della modernità inaugurata dalla
Rivoluzione francese e da Napoleone.
A quei tempi il Wuttemberg è ancora sotto le rigide regole
dell'ortodossia luterana. Il giovane Hegel arriva al collegio
teologico di Tubinga, qui incontra altri due protagonisti del
tempo, Holderlin e Schelling e il seminario si trasforma in un
crogiolo di entusiasmo per quel nuovo mondo che da Parigi pulsa
ai confini della Germania.
Storia, filosofia e sentimenti si intrecciano. L'autore
ricorda che i tre filosofi furono i più grandi protagonisti
della disputa sulla libertà del tempo, e il libro diventa anche
la cronaca di passioni selvagge, segreti compromettenti,
amicizie tradite, amori impossibili e terribili battaglie.
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