"Non vorrei che nessuna di noi perdesse tempo a delegittimare il lavoro delle altre donne", o a "dare patenti di femminismo": sarebbe "un errore politico che non ci verrà perdonato. I nemici sono altri e stanno facendo le leggi". Lo dice Michela Murgia in un audio su Instagram dove mette in guardia: "la prossima che mi scrive qualcuno per parlarmi male di un'altra che fa le battaglie gli chiudo la porta: i nemici sono altri e - ripete la scrittrice - sono quello che stanno facendo le leggi". "C'è una brutta abitudine ormai molto diffusa nel mondo femminista di certificare il femminismo altrui. È un processo fisiologico nei momenti di protesta, sono atteggiamenti spesso difensivi di quanti hanno raggiunto la consapevolezza con fatica e ad un certo punto cedono alla tentazione dell'ortodossia, ne hanno bisogno per proteggere le poche cose certe nelle quali si organizza la lotta nella teoria e nelle pratiche" premette Murgia che poi aggiunge: "Il fatto è che il femminismo intersezionale è fatto di vari femminismo non di rado in contraddizione apparente tra di loro, e la tentazione di omologare le posizioni e metdodi non aggiunge nulla a nessuno, anzi toglie. Ci sono donne pubbliche che non hanno studiato il tema, che non hanno il vocabolario giusto eppure in modo naif ci dicono che certe cose le hanno capite. Essere ostili a queste donne è il gatekeeping, la portineria del femminismo".
L'intervento di Murgia, preceduto da un post, ha ricevuto, tra gli altri, i like di Chiara Ferragni e Luciana Littizzetto.
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