ADELE CHIABODO, LA RIVOLUZIONE DEI
PICCOLI GESTI (GARZANTI, PP. 142, EURO 16) Adele Chiabodo,
torinese, classe '93, di sé dice che ama scrivere, girare con
una Moleskine in borsa, per raccogliere idee in ogni istante,
bere caffè, comprare peonie e leggere Italo Calvino. La
rivoluzione dei piccoli gesti, edito da Garzanti, è un inno alla
gentilezza, 'unica arma che può cambiare il mondo', recita il
sottotitolo. Il libro, il cui stile semplice e delicato, ricorda
alcuni autori giapponesi contemporanei, è un invito
all'ottimismo.
Nell'intervista pubblicata in appendice al volume, Chiabodo
spiega che con questo romanzo voleva dar vita a un contenitore
per tutte le sue cose preferite: "Mentre lo scrivevo mi dicevo,
ecco, vorrei un giorno tenere in mano questo libro e pensare che
tutto ciò che amo di più al mondo sia scritto qui dentro".
La storia è ambientata in un villaggio, un luogo ispirato a
Finalborgo, in Liguria "un borgo che mi ha vista crescere e
innamorarmi, litigare e ridere, mangiare centinaia di gelati e
fare migliaia di colazioni", racconta l'autrice. Al centro della
trama vi sono Ella, che conosce il potere salvifico dei gesti
quotidiani, e Durante, burbero proprietario di una caffetteria.
Ella insegnerà a Durante la magia delle piccole cose: "Perché se
è vero che le grandi cose della vita possono, magari
all'improvviso, prendere strade inaspettate, lo è anche che le
piccole, invece, sono sempre lì, oggi uguali a loro stesse,
domani del tutto diverse, ma sempre pronte a adattarsi al nostro
essere. Credo davvero non ci sia ricchezza più grande", commenta
Chiabodo.
Tra i consigli della felicità disseminati nei capitoli:
avere pazienza, osservare il mondo come fosse la prima volta,
preparare marmellate, organizzare pranzi, alzare gli occhi al
cielo nella notte delle stelle cadenti. Le ultime pagine
contengono una serie di ricette di dolci: tiramisù, ciambelle,
crostate, cheesecake.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA