Le scorte di spinaci sono pronte. Braccio di Ferro, nome originale Popeye, diventerà di dominio pubblico dal primo gennaio 2025. Tant'è che, sulla scia di quella moda dei film del terrore sugli eroi per bambini, per il prossimo anno sono già in arrivo tre horror che lo vedono protagonista: "Popeye" per la regia di William Stead, "Shiver me timbers" di Paul Stephen Mann e "Popeye: The Slayer Man" di Robert Michael Ryan. Negli Stati Uniti scadrà infatti il copyright - il cui termine legale è di 95 anni - per tutte le opere pubblicate o registrate nel 1929. Ciò significa che personaggi e storie possono essere riprodotti - su pagina, palco o schermo - senza chiedere il permesso e anche a fini commerciali. Ad accompagnare Braccio di Ferro in questo viaggio ci sarà Tintin, il mitico reporter avventuriero nato dalla creatività di Hergé, il cui primo episodio fu ambientato nella Russia bolscevica del '29 e nella repubblica di Weimar.
Ma non solo fumetti. Anzi. C'è tanto da sognare al pensiero delle opere che saranno 'liberate' dai diritti d'autore. Nella lista, anche "Hollywood che canta" di Charles Reisner, con la prima versione cinematografica di "Singin' in the rain", cantata da Cliff Edwards e per cui scadono i diritti d'autore anche per musica e testo. Così come per il "Boléro" di Maurice Ravel e per il poema sinfonico "Un americano a Parigi" di George Gershwin. Le registrazioni delle canzoni hanno infatti un copyright di 100 anni negli Usa, diverso dalle composizioni. Con la fine del 2024 si 'sbloccano' perciò quelle risalenti al 1924, come ad esempio la "Rapsodia in Blu" nell'interpretazione originale del suo autore, Gershwin appunto, diversa da quelle inserite nelle colonne sonore di "Manhattan" di Woody Allen e "Fantasia 2000" della Disney. Al cinema nel 1929 andò in scena in "The Karnival Kid", la prima apparizione di Mickey Mouse parlante - in cui dice "Hot dogs! Hot dogs!" e indossa i suoi iconici guanti bianchi - e il debutto della serie di corti Disney delle "Sinfonie allegre" con "La danza degli scheletri". A cui si aggiungono il primo film sonoro di Alfred Hitchcock, "Ricatto", l'ultimo muto con Buster Keaton, "Io... e l'amore", e il primo lungometraggio interpretato dai fratelli Marx, "Le noci di cocco".
Quanto ai dipinti che potremmo presto ritrovare su decine di t-shirt dei grandi magazzini, ce ne sono ben tre risalenti al periodo in cui Salvador Dalì si trasferì a Parigi e prese parte al movimento surrealista. Forse "Il grande masturbatore" non sarà il preferito dei brand di moda, ma magari "Piaceri illuminati" e "The Accommodations of Desire" risulteranno più interessanti. Potrebbe essere nel gruppo anche "Il tradimento delle immagini" di René Magritte, in poche parole "Ceci n'est pas une pipe", ma non è ancora chiaro se vi sia un'edizione pubblicata dell'opera risalente a quell'anno. Di libri e sceneggiature (originali) che potranno essere riprodotte liberamente, infine, ce ne sono a migliaia. Indimenticabili l'"Addio alle armi" di Ernest Hemingway, "Una stanza tutta per sé" di Virginia Woolf e "L'urlo e il furore" di William Faulkner. Non mancano i gialli: il primo romanzo di Ellery Queen, "La poltrona n. 30", e "I sette quadranti" di Agatha Christie.
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