I libri che parlano di libri si possono ormai considerare un vero e proprio filone letterario; sono sempre di più, e sempre più apprezzati da lettrici e lettori, i titoli che raccontando storie vere o inventate di librai, bibliotecari, archivisti, e altre professioni legate al mondo del libro si fanno meta racconto del variegato mondo legato alla lettura.
Questi titoli (molto spesso romanzi, a volte guide e saggi, ma non mancano anche le poesie e gli ibridi) hanno di solito protagonisti che sono appassionati di libri, o che lo diventano con il tempo, scoprendo tra le pagine delle loro letture un nuovo modo di rapportarsi alla vita, o una soluzione inaspettata ai propri problemi.
Altre volte, in queste opere si immagina come sarebbe l’incontro con l’autore o l’autrice dei propri romanzi preferiti, oppure viene aperta una finestra sui retroscena più pratici e meno romantici comportati dal lavoro con i libri, che non è mai solamente lettura e scoperta, per quanto questi ne siano gli aspetti decisamente più apprezzati.
Questo tema non rappresenta comunque una novità letteraria, agli scrittori infatti è sempre piaciuto ragionare sul valore della lettura con le proprie storie. Basti pensare per esempio a classici come Se una notte d’inverno un viaggiatore, di Italo Calvino, o il più drammatico Fahreneit 451 di Ray Bradbury (entrambi editi da Mondadori, il secondo nella traduzione di Giuseppe Lippi), per capire quanto diversi possano essere i modi di ragionare sulla lettura attraverso la narrativa.
Per iniziare a esplorare questo filone, abbiamo raccolto alcune uscite recenti in cui si parla in particolare di libraie e librerie, e del fascino che queste ultime suscitano non solo nei lettori ma anche nelle imprenditrici e negli imprenditori che decidono di cimentarsi nel mestiere nonostante le difficoltà e i cambiamenti in atto nel settore.
Iniziamo questo percorso con La libraia che salvò i libri (Garzanti, traduzione di Stefano Beretta) scritto da Kerri Maher. Ci troviamo nella Parigi del 1919, quando Sylvia, la fondatrice di Shakespeare & Company, decide di pubblicare un libro che farà la storia della letteratura: l'Ulisse di James Joyce. Ma la sua scelta, a causa della censura che dilaga, potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza della sua stessa libreria. Ad affiancarla nella sua battaglia troviamo gli scrittori che in quel periodo si lasciavano ispirare dall'atmosfera parigina: Ernest Hemingway, Ezra Pound, Gertrude Stein e James Joyce. Questo romanzo, che mescola storia e finzione, rappresenta un vero e proprio omaggio ad alcuni dei simboli più importanti della letteratura del 1900.
Cristina è una libraia con un obiettivo: diventare una “libraia tascabile”, cioè una libraia capace di entrare nelle tasche dei suoi lettori attraverso i suoi consigli e la sua conoscenza letteraria; ma il suo catalogo e la sua buona volontà da sole non bastano. La libraia tascabile (Giunti), scritto da Cristina di Canio, fondatrice della libreria milanese ribattezzata “la scatola lilla”, racconta il mondo delle librerie, e anche nei risvolti meno patinati. Gestirne una significa infatti anche gestire i rapporti con i grossisti, spostare e aprire moltissimi scatoloni, pensare alle fatture e ai resi, organizzare eventi, pianificare la comunicazione sul web, ma anche, e soprattutto, riuscire a consigliare ai lettori il libro giusto, quello che li terrà incollati alle pagine e che li farà tornare in libreria per avere un nuovo consiglio.
Alba Donati in La libreria sulla collina (Einaudi), ci racconta una storia confortante, di quelle che mettono il sorriso; è la storia della Libreria sotto la penna, aperta da Donati nel 2019 a Lucignana, un paese di sole 170 anime sulle colline toscane, grazie al sostegno di un crowdfunding e del passaparola sui social. Le difficoltà purtroppo non si fermano con l’apertura della libreria, che viene distrutta da un incendio poco più di un mese dopo l’apertura. Dopo la ricostruzione, che mobilita il paese e i lettori, arriva il lockdown a smorzare gli entusiasmi. Ma quella della Libreria sotto la penna è una storia a lieto fine, come racconta Donati in questo diario dei primi sei difficili ma incoraggianti mesi della sua nuova attività, fatti di difficoltà superate anche grazie al senso di comunità offerte dai libri, dalla lettura e dai luoghi che sostengono entrambi.
In Le piccole libertà (Feltrinelli), Lorenza Gentile racconta la storia di Olivia, una donna di trent’anni che vive con i propri genitori, e che sta per sposare Bernardo, in apparenza l'uomo perfetto. Eppure Olivia non è contenta, e il suo disagio si manifesta attraverso insonnia e tachicardia. Una boccata di ossigeno arriva grazie a un messaggio della zia Vivienne, che Olivia non sente da anni e che da tempo vive a Parigi. Vivienne però, una volta che Olivia la raggiunge su sua impellente richiesta, sembra introvabile. Questo costringe Olivia, nel tentativo di trovare la zia, a frequentare la comunità bohèmienne che ruota attorno alla celebre libreria Shakespeare and Company, un'avventura che le farà riscoprire il piacere delle piccole libertà, dandole il coraggio di provare finalmente a conquistarsene una più grande.
I miei giorni alla libreria Morisaki (Feltrinelli, traduzione di Gala Maria Follaco) di Satoshi Yagisawa, ci trasporta nel mondo della letteratura del Sol Levante. La vita della venticinquenne Takako ha bisogno di una scossa: da quando l’uomo di cui è innamorata le ha svelato che sposerà un’altra donna, lei non esce più. Un po’ per caso, un po’ per fortuna, Takako però riscopre Jinbōchō, il quartiere delle librerie di Tokyo, un luogo dall’atmosfera magica e tranquilla, dove la sua famiglia possiede da tre generazioni una piccola attività. A occuparsene è lo zio Satoru, che si dedica alla libreria con ancora più dedizione da quando la moglie lo ha lasciato. Satoru offre a Takako le offre un posto dove dormire in cambio di qualche ora di lavoro, ed è così che lei, pur non essendo mai stata una grande lettrice, trova proprio grazie ai libri un nuovo modo di relazionarsi alle persone.
La libraia del Cairo (Garzanti, traduzione di Bianca Bernardi) di Nadia Wassef racconta la storia di Nadia, di sua sorella Hind e della loro amica Nihal. Le tre donne nel 2002 decidono di aprire al Cairo una libreria moderna e indipendente, una sfida resa ancora più difficile dal fatto che in quel periodo, a causa delle problematiche sofferte dal paese, i libri rappresentavano un lusso che in molti non si potevano permettere. Nadia però non si lascia scoraggiare e così nasce la libreria Diwan, che grazie al proprio impegno e a quello delle altre fondatrici in pochi anni non solo ottiene successo, ma si espande attraverso numerose sedi in Egitto, diventando simbolo del potere del cambiamento che può scaturire dai libri e dalla letteratura.
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