"In questo preciso momento si può
dire che il giornalismo libero in Russia non esiste più. Spero
che non sia il risultato finale, che ci possa essere una
rinascita, ma adesso le persone non hanno grandi possibilità di
avere un'informazione piena, completa di quello che sta
succedendo". Lo ha detto all'ANSA Vera Politkovskaja, la figlia
della giornalista russa di "Novaja Gazeta" Anna Politkovskaja,
assassinata il 7 ottobre 2006, che in questi giorni è in Italia,
con sua figlia e il fratello, per l'uscita del libro 'Una
madre', scritto con la giornalista Sara Giudice, in uscita il 21
febbraio per Rizzoli. E' la prima volta che Vera, a sua volta
giornalista, racconta la vita della madre, la sua passione per
la verità e le sue battaglie per la libertà di stampa.
"Il rapporto della popolazione russa rispetto alla guerra è
cambiato nel corso di questo anno. I primi giorni, le prime
settimane, la sensazione generale era che non fosse successo
nulla, la vita continuava nello stesso modo. Poi è accaduto che
hanno cominciato a chiudere progressivamente i mezzi di
informazione liberi, che non erano tantissimi, però c'erano.
Cercare informazioni alternative era difficilissimo perché anche
i siti internet sono stati bloccati. Soltanto poche persone, i
giornalisti professionisti che hanno una certa esperienza e
riescono a muoversi all'interno della rete, possono riuscire a a
trovare informazioni alternative ma non sono in grado di
comunicarle, di veicolarle alle persone perché se dessero
informazioni diverse da quelle del ministero della Difesa il
loro mezzo sarebbe immediatamente bloccato dalle autorità",
racconta Vera Politkovskaja che stasera sarà protagonista
all'Auditorium Parco della Musica di Roma dell'Anteprima di
Libri Come in programma dal 24 al 26 marzo 2023.
"Quest'ultimo anno è uno dei più difficili della mia vita,
perché per la seconda volta la storia della nostra famiglia si è
divisa in due parti, questa cosa già era successa quando hanno
ucciso mia madre ed è accaduta di nuovo a partire dal 24
febbraio 2022. Ho capito dopo un po' che la vita non sarebbe più
stata la stessa, non soltanto per me, ma in generale" dice Vera
che ha vissuto a Mosca fino all'inizio del conflitto tra Russia
e Ucraina e poi è fuggita in una località sicura con la
famiglia.
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