IL QUINTO SCENARIO - ATTO SECONDO, CLAUDIO GATTI (Rcs Fuoriscena, 336 pp, 19 euro)
Sulla strage di Ustica, dopo decenni di dubbi e domande arrivano risposte basate su documenti, fatti e testimonianze dirette: secondo il giornalista investigativo Claudio Gatti (e la trasmissione di RAI 3 Report), ad abbattere il DC-9 dell'Itavia furono caccia israeliani. Per errore.
Nel libro uscito per la collana Fuoriscena della RCS Libri, c'è l'ultimo frutto dell'inchiesta sul caso del DC-9 dell'Itavia abbattuto il 27 giugno 1980 che impegna Gatti da oltre tre decenni e che si sofferma ora sullo scenario israeliano, il "quinto", dopo quello italiano, americano, francese e libico, e cioè i quattro scenari sui quali media e magistratura indagano da decenni senza essere riuscire ad andar oltre ipotesi, pur suggestive, ma basate solo sulle anomalie, gli insabbiamenti e le menzogne di cui questa vicenda abbonda.
Il "quinto scenario" è frutto di un cambio di approccio: anziché continuare a cercare prove o conferme delle responsabilità Gatti si è chiesto quante altre volte nella storia dell'aviazione un velivolo civile è stato bersaglio di un agguato aereo in tempo di pace, e come sono stati spiegati eventuali casi equivalenti verificatisi prima del 1980. Il suo libro spiega che si trattava di un evento praticamente privo di precedenti e che l'unico caso equivalente è risultato attribuibile a Israele. Non solo: sette anni prima di Ustica l'Aereonautica militare israeliana aveva abbattuto un aereo passeggeri civili causando la morte di oltre 100 passeggeri e due anni dopo Ustica aveva studiato e messo in atto un piano di agguato aereo che solo all'ultimo momento era stato abortito impedendo così la morte di 30 bambini palestinesi. A quel punto, Gatti si è domandato: aveva Israele la capacità militare e la motivazione per compiere un atto di guerra nel mezzo del Mar Tirreno? Ha così scoperto che non solo la capacità militare c'era ma nello stesso periodo storico era stata dimostrata nei fatti andando a bombardare il quartier generale dell'OLP a Tunisi senza che alcuna Difesa aerea, né maltese, né libica, né tunisina né italiana, si accorgesse del passaggio in andata e in ritorno di una flottiglia di una quindicina di aerei militari (tra caccia, aerei-cisterna o AWACS). In più Israele aveva il movente più potente immaginabile, perché l'allora Primo Ministro e comandante delle forze armate Menachem Begin governava era convinto che in gioco ci fosse la sopravvivenza stessa del suo Paese. A metterla a repentaglio era il presidente iracheno Saddam Hussein che sulla base di un programma di collaborazione nucleare con Francia e Italia stava segretamente lavorando su una bomba atomica. Gatti ha appurato che quel 27 giugno 1980 era previsto l'invio in Iraq dalla Francia di 12 kg di uranio arricchito al 93%, cioè già pronto per un utilizzo militare e che avrebbe percorso un'aerovia parallela a quella del DC-9 dell'Itavia e ipotizza che l'Aeronautica israeliana si fosse attivata per far cadere in mare l'aereo cargo civile che avrebbe dovuto trasportarlo, sbagliando però bersaglio.
Ecco come è emersa la sola soluzione possibile al cosiddetto "mistero" di Ustica, l'unica che Gatti definisce "storicamente, geopoliticamente e militarmente conforme alla realtà".
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