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Emmy Noether, la vita della donna che stupì Einstein

Emmy Noether, la vita della donna che stupì Einstein

Genio della matematica e fondatrice dell'algebra moderna

ROMA, 27 settembre 2024, 18:58

Redazione ANSA

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ELISABETTA STRICKLAND, EMMY NOETHER (CAROCCI, PP. 156, EURO 18) Genio, la definì Einstein. A lei è stato intestato l'asteroide Noether 7001, scoperto nel 1955. Emmy Noether, figlia del noto Max, è la fondatrice dell'algebra moderna. Da piccola restò incantata dalla figura di Ipazia, matematica del mondo antico.
    Emmy, nata a Erlangen in Germania alla fine dell'Ottocento, tenne testa ai più grandi colleghi di allora, docenti o visitatori dell'Università di Gottinga. In quanto ebrea, durante il nazismo, fu costretta ad abbandonare il suo paese per gli Stati Uniti. Un saggio uscito per Carocci ne racconta vita e carriera. "Una donna battagliera al punto da essere una delle più eminenti nella storia della scienza, nonostante le barriere presenti in Germania all'inizio del secolo scorso.
    Straordinariamente intelligente, carismatica, generosa, appassionata, determinata, paladina delle pari opportunità, coraggiosa, originale", spiega nel libro Elisabetta Strickland, matematica, scrittrice e accademica. Oltre ad Einstein, Noether era apprezzata da David Hilbert, Herman Weyl, Bartel van der Waerden, Emil Artin, Ernst Fischer, Pavel Alexandrov, Richard Courant, Helmut Hasse, Richard Brauer.
    Le lezioni di Emmy erano "impetuose": "Le idee fluivano sulla lavagna quasi per magia, nel caos delle sue lezioni spesso confuse, incomplete, quasi isteriche, ma dense di idee formidabili, nuove, eleganti, fino a divenire immortali", si legge nel saggio che rivela dettagli sul carattere e le abitudini: "Era una persona schietta, che amava le cose semplici della vita: camminare, parlare con gli amici, preparare un pudding per gli studenti radunati nella sua mansarda a Gottinga". E a proposito del camminare: "Invitava i suoi adepti a seguirla dopo le lezioni in lunghissime passeggiate nei dintorni dell'università, durante le quali conversava con loro, rispondendo a domande e chiarendo dubbi, o addirittura inventando di sana pianta un modo di procedere alternativo: aveva una tale fantasia matematica che a volte improvvisava anche durante le lezioni, finendo magari in un vicolo cieco da cui usciva infuriata per poi riprendere la dimostrazione in modo standard".
    Il volume sarà presentato a Roma il 9 ottobre alla Fondazione Marco Besso Ets, ore 17.
   

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