(di Chiara Venuto)
Non c'è più il femminismo di una
volta. Come in tutte le cose, anche la lotta per i diritti delle
donne è cambiata molto nel corso dei decenni. Oggi viviamo
quella che viene definita la quarta ondata femminista, in cui si
parla di transfemminismo intersezionale. Quello che cerca di
affrontare la realtà nella sua complessità, ossia come una trama
composta da diverse forme di oppressioni e discriminazioni che
non possono essere affrontate separatamente (sessismo, razzismo,
classismo…). E che si esprime anche e soprattutto attraverso
Internet: non c'è da stupirsi, dunque, del pullulare di
attiviste digitali.
Ai temi classic delle battaglie femminili, dunque, nel corso
del tempo se ne sono aggiunti di nuovi. Per districarsi nel
groviglio di argomenti, alcuni testi chiave possono essere utili
approfondimenti su ciò che trova spazio nel dibattito femminista
italiano oggi.
Irene Facheris, PARITÀ IN PILLOLE (Rizzoli, pp. 208, 18
euro). Anzitutto, esistono dei 'manuali' nati appositamente per
chiarire le idee di chi per la prima volta si approccia al
femminismo. Uno dei migliori, seppur aggiornato al 2020, è
quello della divulgatrice Irene Facheris, nato dall'omonimo
progetto YouTube da lei portato avanti da inizio 2016 al 2019.
Carlotta Vagnoli, POVERINE: COME NON SI RACCONTA IL
FEMMINICIDIO (Einaudi, pp. 48, 2,99 euro). Una delle voci più
incendiarie del femminismo italiano odierno, nel suo ebook
Vagnoli attacca il modo in cui si parla di femminicidi nella
stampa italiana. Ovvero, quello che per lei è un modello di
narrazione in cui spesso si tende ad assolvere retoricamente il
carnefice.
Claudia Fauzia e Valentina Amenta, FEMMINISMO TERRONE. PER
UN'ALLEANZA DEI MARGINI (Tlon, pp. 180, 16 euro). Uno dei
movimenti sempre più in crescita, quello all'intersezione tra
femminismo e anti-meridionalismo, va a scardinare una serie di
presunte certezze: quelle che implicano l'idea di un Sud
irrimediabilmente maschilista, refrattario a ogni forma di
emancipazione, marginale.
Lorenzo Gasparrini, PERCHÉ IL FEMMINISMO SERVE ANCHE AGLI
UOMINI (Eris, pp. 64, 7 euro). Se gli uomini non si riconoscono
come vittime di stereotipi di genere, non vuol dire che non lo
siano. La pensa così anche Gasparrini, che in questa sua breve
guida cerca di spiegare perché sia importante che alla lotta
femminista partecipino anche gli uomini, e quale debba essere il
loro ruolo di riflessione e decostruzione della propria cultura
patriarcale, che alla fine colpisce anche loro.
Nadeesha Uyangoda, CORPI CHE CONTANO (66thand2nd, pp. 128, 15
euro). Esistono davvero gli sport 'da femmine' e 'da maschi'? È
vero che certi gruppi etnici hanno una naturale predisposizione
alla velocità, alla resistenza, alla sopportazione del dolore e
quanto razzismo è radicato in questi contesti? Nadeesha Uyangoda
è solo una delle figure che oggi rappresentano il punto in cui
femminismo e istanze nere si incontrano nel contesto italiano.
Un movimento arrivato in ritardo rispetto ad altre parti del
mondo - vedasi gli Stati Uniti - ma che oggi è sempre più
attuale. Come anche il suo libro.
Giulia Blasi, BRUTTA. STORIA DI UN CORPO COME TANTI (Rizzoli,
pp. 160, 16 euro). Una raccolta di esplosivi saggi brevi sul
tema delle aspettative sociali legate al corpo della donna, in
cui l'autrice si chiede perché un uomo possa 'essere brutto'
mentre alle donne sia richiesto di rispettare precisi canoni
estetici. Una battaglia vecchia quanto il femminismo, ma che
continua a trovare ampio spazio anche oggi, in particolare
quando si parla di grassofobia.
Jennifer Guerra, IL FEMMINISMO NON È UN BRAND (Einaudi, pp.
192, 15 euro). Cos'è il pinkwashing? In un'era in cui si può
parlare di 'femminismo di massa', anche politici e aziende sono
sempre più interessati a parlare di diritti delle donne. Secondo
Jennifer Guerra, però, si tratta anche di strategie del
capitalismo: brand di abbigliamento producono t-shirt in serie
con frasi inneggianti al 'girl power', imprese propongono corsi
sull'empowerment... Intanto, però, non c'è modo di assicurarsi
che certi marchi possano dirsi davvero femministi.
Francesca Florio, NON CHIAMATELO REVENGE PORN. STORIE DI
VITTIME PRESUNTE COLPEVOLI (Mondadori, pp. 192, 18 euro). Si
chiama 'revenge porn', in italiano 'porno per vendetta'. Florio
in questo suo libro ricorda che si tratta di abusi sessuali veri
e propri, in cui viene violata l'intimità di una donna. Lo fa
attraverso le storie vere di alcune delle vittime, e fornisce
strumenti e consigli legali per aiutare a prevenire il fenomeno.
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