(di Mauretta Capuano)
SHEENA PATEL, TI SEGUO (BLU
ATLANTIDE, PP 233, EURO 17,50). La passione ossessiva e la lente
deformata dei social in una scrittura che brucia, in una
narrazione frammentata che ci fa stare in un eterno presente.
Sheena Patel, nata e cresciuta nel nord-ovest di Londra, giovane
scrittrice che viene dalla poesia e lavora per il cinema e la tv
come lettrice di soggetti e sceneggiature, nel suo folgorante
romanzo d'esordio, 'Ti Seguo' ci fa entrare nel lato oscuro di
un triangolo amoroso con capitoli che si aprono con frasi tipo
"Potrei sembrare innocente, ma faccio un sacco di screenshot" o
"Se fossi un verme mi ameresti comunque".
Ma nel libro, pubblicato da Atlantide nella traduzione di
Clara Nubile, riesce soprattutto a raccontarci una ragazza
abituata a chiedersi sempre "se è abbastanza" pur non essendo
mai vittima.
"Seguo su Internet una donna che va a letto con lo stesso
uomo con cui vado a letto io" sono le parole con cui si apre il
romanzo in cui la voce narrante è una giovane di origini indiane
che vive nei sobborghi di Londra e ha un fidanzato con il quale
non è felice. L'uomo che la ossessiona è bianco, ricco, famoso,
sposato e ha avuto una travolgente relazione con una conosciuta
influencer, scrittrice di successo che a sua volta la ossessiona
e la loro vita è esplorata ossessivamente su Instagram.
"Ho cominciato a scrivere durante il lockdown, ero a casa e
vedevo alla tv l'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti nel
2021. Sono rimasta colpita e ho pensato che la passione cieca
dei fan di Trump aveva la stessa intensità di quando si ha
un'ossessione amorosa. Questo pensiero si sposava con quello che
vedevo su Instagram, quel desiderio assoluto delle persone di
essere qualcuno. Perché abbiamo questa necessità di essere
visti, conosciuti? Qual è l'energia, la forza dietro tutto
questo che diventa folle?" dice all'ANSA la Patel, 35 anni, a
Roma per l'uscita del libro. "I'm a Fan' è il titolo originale
del romanzo dove "fan sta per fanatico. Ho giocato sulla parola
fan. La parte scura del fan è l'essere fanatico" sottolinea la
scrittrice.
"I social media sono uno specchio di ciò che siamo. Internet
ha una bocca e uno stomaco e vuole noi come cibo, provoca tutte
le emozioni più scure. L'algoritmo diventa quello che tu vuoi
essere, prende possesso di te. Nel libro la protagonista è una
ragazza normale che porta questa trasformazione all'estremo"
afferma la Patel, fondatrice con altre tre colleghe amiche del
collettivo 4 Brown Girls Who Write.
"Questo collettivo è nato 5 anni fa a Londra. La scrittura
era un sogno e l'idea di pubblicare qualcosa di remoto. Facciamo
delle performance, dei reading e in uno di questi c'era
l'editrice Nina Herwé della Rouche Trade Books, la storica casa
discografica che 7 anni fa è partita con la pubblicazione di
piccoli libri. Ho dato alla Herwé le prime due pagine di 'Ti
Seguo' e mi ha spinta a continuare".
Com'è nata questa struttura frammentata? "Dall'esperienza
fatta nel mio lavoro per cinema e tv e dalla poesia che leggo e
scrivo. Ogni capitolo è come una stanza sia come luogo, sia come
tempo di una composizione poetica. I titoli rappresentano la
parte ironica. C'era bisogno nel libro di qualcosa di più
light".
C'è anche un bisogno di conferma di se stessa della
protagonista che non si sente mai abbastanza. "Non so in Italia,
ma in Inghilterra sia le donne sia le persone che non sono
bianche si trovano, negli ultimi due anni un po' meno, a
combattere dieci volte più degli altri per essere accettate in
contesti professionali, culturali. La protagonista del libro è
così e quindi ha già avuto una sorta di training sufficiente per
affrontare la relazione con questo uomo che è bianco, ricco, di
successo e per lei rappresenta un trofeo. Se lui accettasse
lei del tutto vorrebbe dire che l'Inghilterra ha detto sì alla
protagonista". E questa idea che le donne sono unite, combattono
insieme, quanto è vera? E' reale? "La protagonista è in
competizione con l'altra donna e ha reazioni contrapposte: si
sente a volte dalla sua parte e altre la vuole distruggere.
Come stanno insieme la complicità femminile e la competizione?
Questa è la questione. Tutto quello che di brutto l'uomo fa a
lei poi lo fa ad altre donne. La protagonista non è una vittima"
spiega la Patel che ammira molto le donne che protestano in
Iran. "E' qualcosa di gigantesco, fa molta paura e loro sono
molto coraggiose. Bisogna distinguere tra l'attivismo reale, di
chi è in Iran,e l'attivismo performativo dei social media che è
utile per condividere le informazioni. Lì è una questione di
vita e di morte".
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