(di Francesco Gallo)
Che ci fanno insieme allo stesso tavolo una superstar come Angelina Jolie e uno scrittore italiano amatissimo come Alessandro Baricco? Semplice: l'attrice, regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica statunitense ha presentato alla 42esima edizione del Torino Film Festival 'Without Blood', film da lei scritto, diretto e prodotto basato sul romanzo 'Senza sangue' di Alessandro Baricco.
Girato negli studi di Cinecittà a Roma, la pellicola racconta il dramma della guerra, della vendetta e della memoria attraverso la storia di Nina (Salma Hayek Pinault) che si confronta con l'aguzzino che venti anni prima le ha ucciso padre e fratelli.
"Sono una grande ammiratrice della scrittura di Baricco - dice la Jolie -. Ho letto questo libro otto anni fa e me ne sono subito innamorata. Scrive con chiarezza e con linguaggio cinematografico come fosse lui stesso un regista. In 'Without Blood' poi ho trovato uno studio sull'umanità di tutti, una discussione importante e necessaria soprattutto oggi".
"Strane e magiche cose a volte possono accadere in una vita - replica subito dopo Baricco -. Ad esempio ricevere all'improvviso una e-mail di Angelina Jolie: mi è sembrato come se mi avesse scritto Jessica Rabbit o Topolino. Una lettera, tra l'altro, di grande dolcezza e intelligenza che ancora conservo come una delle più belle mai ricevute. Lei mi ha invitato poi a casa sua a Los Angeles, non una casa qualsiasi, era quella di Cecile De Mille, la più in alto di tutte. Era in fondo la casa di Jessica Rabbit. É stato insomma un bel viaggetto nell'anima per uno che era partito da Torino. Poi si è anche messa a cucinare un piatto di spaghetti che non erano affatto male".
"Mi sono avvicinato al suo libro con grande umiltà. Era in fondo un'opera già esistente. Ho cercato così di ascoltare le pagine scritte e cercare di entrare nella bellissima mente di Alessandro - sottolinea l'attrice -. C'era tutta una serie di quesiti nel libro che ti costringono a guardare in te stesso. E questo al di là se pensiamo che qualcuno sia buono o sia cattivo, qui c'è più complessità, sono interrogativi di vita. È un libro che ti fa riflettere sulla nostra capacità di ascoltare l'altro al di là di ogni preconcetto".
Perché tanta predilezione verso gli ultimi, i sofferenti? "Un artista studia sempre il comportamento umano e le persone che hanno molto sofferto hanno in genere maggiore comprensione, saggezza e profondità. È il caso delle famiglie dei rifugiati.
Chi è privato di tante cose ha tanto da insegnarci", dice la Jolie.
Cosa pensa della violenza alle donne? "Vediamo che oggi c'è molta violenza subita dalla donne, ma questo vale anche per gli uomini. Proteggiamo tutti anche uomini e bambini, ma non c'è dubbio che sono tantissime le ragazzine a subire abusi. La violenza oggi è stata quasi normalizzata, le cifre ogni giorno sono altissime. Come possiamo opporci? Possiamo solo concentrarci su cosa fare".
Girata negli studi di Cinecittà a Roma, la pellicola racconta il dramma della guerra, della vendetta e della memoria attraverso la storia di Nina (Salma Hayek Pinault).
Quest'ultima da bambina è stata testimone del massacro subito dal padre e dai fratelli in un'isolata fattoria del selvaggio Ovest. Uno degli assassini, Tito (Demián Bichir), la vede nel nascondiglio, ma decide di tacere. Anni dopo, i due si ritroveranno seduti al tavolo di un caffè a parlare di quel passato traumatico. E questo dialogo è al centro di tutto il film.
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