(dell'inviata Mauretta Capuano)
Il caso della revisione
linguistica nei libri di Roald Dahl in nome del politicamente
corretto fa discutere anche alla Fiera del Libro per Ragazzi di
Bologna. Si possono correggere i libri di autori del passato?
Quanto le nuove sensibilità condizionano le case editrici? "C'è
un grande processo da fare prima che un libro sia pubblicato. La
nuova figura è quella del sensitivity reader che è preparato in
una determinata questione, inclusività, storie gay, razzismo. Il
problema è che è un'unica persona e quindi non rappresenta la
sensibilità di tutta quella minoranza" ha spiegato Beverly
Horowitz, senior vice presidente e publisher Delacorte
Press/Random House in un incontro, moderato dallo scrittore
Pierdomenico Baccalario, a cui hanno partecipato la traduttrice
Simona Mambrini, la direttrice editoriale di Salani Mariagrazia
Mazzitelli, editore italiano dei libri di Dahl e lo scrittore
Davide Morosinotto.
"La letteratura per ragazzi ha bisogno di un'attenzione
particolare rispetto alle altre, perché ha bisogno di speranza"
ha sottolineato anche Horowitz. Mambrini ha invece evidenziato
che "Mary Poppins lasciandola così come è non la comprerebbe
nessuno". Mentre Mazzitelli, che ha firmato a titolo personale
la petizione lanciata da Baccalario, 'Save Roald Dahl from
Puffin New Edit', ha detto che, "in tutto questo mondo che
cambia, modificare le opere di altri autori è andare contro la
libertà".
Morosinotto, Premio Strega Ragazze e Ragazzi nel 2021,
preferisce concentrarsi sulla storia piuttosto che sugli autori:
"Basta che resti viva la storia. Penso che sia meglio che un
libro sia cambiato piuttosto che morire". "Niente in contrario
- ha detto Baccalario - sulla sensibilità per cui si vogliono
fare gli interventi. C'è un piccolo problema dal mio punto di
vista: Dahl non c'è più da qualche anno e siccome non c'è, non
può dare il suo parere. Quando era vivo aveva già deciso lui
stesso di cambiare alcune cose dei suoi libri, ma se non c'è più
perché cambiarle noi? Dopo tutto erano stati validati quando lui
li ha pubblicati i suoi libri. Oggi scriviamo i libri in un
certo modo, benissimo. Quelli che ci sono prima lasciamoli così.
Ma forse il problema dell'edit, del correggere, non è tanto un
proteggere i bambini ma fargli comprare quei determinati libri e
non altri".
E sui libri del presente è giusto intervenire? "Non ho gli
strumenti per dirlo. A naso e a intuizione, in 25 anni di
carriera che ho fatto, dico di no. Lo trovo eccessivo, fuori
luogo, è diventato non dico una moda ma un'ossessione. E quando
le cose diventano ossessive e parte il puritanesimo di pulizia
non c'è niente di buono. I bambini devono leggere anche cose
spigolose, sbagliate. Se mi portano un'evidenza scientifica che
editando così i libri i bambini crescono meglio, più sani, più
belli, più sinceri, ci sto. Ma siccome non esiste questa
evidenza scientifica, finché non c'è, permettetemi di scrivere
le cose con qualche parolaccia e qualche errore e qualcosa che
non va bene" ha sottolineato Baccalario che con la sua petizione
ha raccolto 10 mila firme.
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