La moda del decennio appena finito
verrà ricordata per tre grandi rivoluzioni legate
indissolubilmente ai cambiamenti che avvengono nella società
contemporanea. Il primo è lo sdoganamento delle sneakers da
scarpe sportive tout court a calzature per ogni occasione, anche
elegante. Una rivoluzione sancita nientemeno che da Karl
Lagerfeld, il grande couturier scomparso nel febbraio 2019, con
la collezione di haute couture disegnata per Chanel nel 2014,
dove inserì a sorpresa e destando sconcerto tra i purusti
dell'alta moda, sneakers preziose, ricche di fiori e di ricami,
glitterate e argentate, messe sotto ai tailleur perfetti, ai
completi con pantaloni aderenti e corti come tute da jogging, ai
tubini da cocktail e perfino sotto ai lunghi abiti da sera in
pizzo bianco e nero. La seconda rivoluzione del decennio
riguarda la presa di coscienza delle griffe sulla situazione
dell'ambiente con la conseguente volontà di porre fine al
degrado generato da una produzione incontrollata e poco
rispettosa della natura, scegliendo il riciclo di plastiche e
materiali di scarto, la produzione organica di cotone e di
altri materiali naturali. Infine, l'abbandono graduale anche da
parte d' importanti nomi del fashion system di una moda crudele
che utilizzava gli animali da pelliccia e i piumati soltanto per
soddisfare la vanità femminile e la voglia di profitto delle
aziende. Da qui le nuove frontiere del denim, che diventa
tendenza eco-sostenibile anche nella versione couture e il boom
delle fur free, dette eco-pellicce e dei piumini 'vegani', cioè
imbottuti con materiali non animali. Hanno sposato il concetto
di fur free Gucci, Versace e Miuccia Prada che dopo aver
rinunciato alle pellicce ha lanciato le borse in nylon
riciclato. Poi c'è Sara Cavazzi Facchini che con Genny ha già
cominciato un percorso di moda green dal 2015.
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