Mai come in questa primavera del 2020
funestata dal Coronavirus, il colore rosa si è riappropriato del
suo potenziale di cromia legata all'arrivo della bella stagione,
alla positività, all'ottimismo. I colori, si sa, influenzano le
nostre vite e le nostre emozioni, come dimostra la cromoterapia.
Un discorso che si può applicare senz'altro anche alla moda. Se
poi si guarda alla tavolozza dei colori, questi hanno assunto
nel tempo dei precisi significati, spesso di natura sociale, non
esenti da risvolti psicologici. Così, da sempre il nero è il
colore del lutto. Il bianco è simbolo di purezza, ecco perché
gli abiti delle spose sono bianchi. Il rosso rappresenta il
potere (vedi il porpora dei cardinali) ma anche il peccato.
L'oro è il colore della ricchezza e dell'eternità. Alcuni
periodi storici sono addirittura associati a una precisa
palette cromatica: agli anni Venti detti anche Anni Ruggenti
corrispondono colori metallici; negli anni Cinquanta dominavano
i i toni pastello; negli anni Settanta le tinte calde e
spirituali, come l'arancio e il ruggine. Arrivando ai giorni
nostri i Millennials hanno scelto come colore rappresentativo il
fucsia, mentre il verde fluo sta diventando il colore della
nuova Generazione G che sta per genderless visto che viene
indossato indifferentemente da uomini e donne, diventando
addirittura il simbolo del femminismo di terza generazione, che
combatte per la parità di diritti e di genere, al fianco degli
uomini e del movimento Lgbt.
Nel 2020 è la moda a riportare l'attenzione sul colore rosa
rendendolo il protagonista dalle passerelle internazionali di
pret a porter e di haute couture, come invito alla positività e
all'ottimismo. Rosa dunque in mille sfumature diverse, dal
sensuale color carne di Prada, al delicato peonia di Valentino,
dal rosa floreale di Giambattista Valli, fino agli stampati
esotici di Jhoanna Ortiz per H&M.
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