La moda chiede aiuto al governo,
perché arrivi un deciso e preciso supporto alla filiera per
affrontare il periodo di crisi: solo nel menswear nel 2024 il
calo di fatturato accusato è del 3,6%. A farsi portavoce del
settore il presidente di Pitti Immagine Antonio De Matteis in
occasione oggi dell'inaugurazione dell'edizione 107 di Pitti
Uomo, in programma fino al 17 gennaio alla Fortezza da Basso di
Firenze, aperta da un lungo applauso per il fotografo Oliviero
Toscani, scomparso ieri a 82 anni. De Matteis si è rivolto
direttamente ad Adolfo Urso, in videocollegamento da Roma dove è
rimasto per il Consiglio dei ministri (era atteso in presenza a
Firenze) che ha poi approvato, su proposta proprio del ministro
delle Imprese e del Made in Italy, il primo disegno di legge
annuale sulle Pmi. Provvedimento che, ha spiegato Urso
intervenendo da remoto a Pitti, contiene "misure attese
soprattutto dal settore della moda".
"Chiediamo al ministro di supportare la filiera in questo
momento difficile - le parole di De Matteis in apertura della
cerimonia -, non ci possiamo permettere di perdere la filiera e
il know how. Credo che il governo abbia il dovere di
supportarci". Il ministro gli ha risposto spiegando che la legge
sulle Pmi metterà 100 milioni di euro a disposizione dei
'mini-contratti' di sviluppo, e conterrà altri due strumenti:
uno destinato a "rendere più agevoli, finanziandole, le
aggregazioni di imprese", così favorendole. L'altra misura, ha
aggiunto Urso, "favorisce il passaggio generazionale: per le
imprese fino a 50 dipendenti, un sistema di trasferimento
generazionale con part-time incentivato con accompagnamento alla
pensione e assunzione agevolata degli under 35", favorendo "il
trasferimento di competenze ai giovani neoassunti".
Urso ha quindi ricordato, oltre alla proroga della cassa
integrazione al 31 gennaio, l'appuntamento del 24 gennaio per la
riunione del tavolo sul settore moda al Mimit, "per mettere a
sistema quello che abbiamo fatto e quello che abbiamo intenzione
di fare''. Poi c'è l'"importante e decisiva partita che il
governo italiano ha aperto in sede europea", perché "la sfida è
nella nuova politica industriale che l'Europa deve mettere
subito in campo, per rispondere alle politiche che altri attori
globali hanno messo in campo e che rendono più difficile
l'attività produttiva delle nostre imprese". "Sarò a Strasburgo
la prossima settimana per incontrare buona parte dei commissari
di competenza del mio dicastero", ha annunciato il ministro.
Intanto Pitti è partito e se tra gli addetti ai lavori c'è
molta preoccupazione, tanti sperano proprio in questa edizione
del salone come in quella del rilancio: in mostra ci sono 770
marchi (il 45% esteri), ma sono numeri ancora lontani da quelli
pre-pandemia, quando in Fortezza i brand erano oltre 1200.
"Forse dopo tanti anni per la prima volta abbiamo bisogno delle
istituzioni, che mettano in campo una vera politica industriale
- ha detto stamani Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda
Italia, pochi minuti prima dell'intervento del ministro -. C'è
il tema delle filiere, quello della formazione, e quello della
riqualificazione delle persone che fatalmente con il cambio
delle tecnologie dovranno uscire dal mondo del lavoro".
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