Il piccolo Robert, alias Bob Dylan, nipote di emigranti di origine turca e di religione ebraica (emigrati negli Stati Uniti durante le campagne antisemite d’inizio ’900), è cresciuto nel Minnesota – ai confini col Canada – in una città mineraria. Un luogo tranquillo dove il principale passatempo di Bob era ascoltare la radio per ore ed ore: blues, country, rock ‘n’ roll; deve essere partita sin da allora la passione per la musica; milioni di note e melodie entrate nella sua testa che, di lì a qualche anno, avrebbero dato vita ai suoi capolavori.
I PRIMI SUCCESSI GIA’ ALLE SUPERIORI - Perché il giovane Dylan già aveva le idee chiare, sin dai tempi della High School (l’equivalente del nostro liceo); già durante le scuole superiori, infatti, formò alcuni gruppi che si esibivano in cover di canzoni popolari e nei classici del rock ‘n’ roll. Con risultati che fecero capire subito di che pasta era fatto: pare che, proprio durante un concerto a scuola, fu talmente tanta la confusione generata dalla sua musica che il preside fu costretto a spegnere i microfoni.
ALL’UNIVERSITA’ LA FOLGORAZIONE PER IL FOLK - Ma, nonostante la voglia innata di fare musica, Dylan riuscì a prendere brillantemente il diploma; tanto è vero che poté anche iscriversi alla Minnesota University. Alla fine, però, prevalse la sua passione e dopo un anno abbandonò gli studi; ma l’università fu un altro periodo cruciale nella sua formazione; trasferendosi a Minneapolis entra in contatto con gente nuova e inizia ad approfondire la musica folk, quella che diventerà il suo marchio di fabbrica.
UN VERO E PROPRIO COLPO DI FULMINE - Lui stesso racconta il suo incontro col destino: “La mia passione per il folk è nata quando ho ascoltato Odetta (una cantante famosa negli anni ’50). Ho sentito un suo disco in un negozio, quando ancora i dischi si ascoltavano lì, nel negozio. Era il 1958, più o meno. Proprio allora sono uscito e ho venduto la mia chitarra elettrica e l'amplificatore per comprare chitarra acustica, una Gibson.
“AVEVO BISOGNO DI QUELLA MUSICA” - Un amore, quello per la musica popolare che emerge in tutta la sua potenza da una frase: “Tutti Frutti e Blue Suede Shoes avevano frasi di grande effetto e di grande presa, nonché un ritmo trascinante e una energia travolgente, però – dice Dylan - non erano cose serie, e non riflettevano per niente la realtà della vita. Sapevo bene, quando mi sono dedicato alla musica folk, che si trattava di una cosa molto più seria. Le canzoni folk sono colme di disperazione, di tristezza, di trionfo, di fede nel sovrannaturale, tutti sentimenti molto più profondi. [...]C'è più vita reale in una sola frase di queste canzoni di quanta ce ne fosse in tutti i temi del rock 'n' roll. Io avevo bisogno di quella musica”.
UN NOBEL NON LAUREATO - Un matrimonio, quello tra Bob Dylan e il pop sociale, che dura ancora oggi e che lo ha fatto diventare un simbolo della letteratura più di mille poeti, scrittori, filosofi e pensatori. Un premio Nobel, il suo, conquistato a suon di accordi e rime dal significato profondissimo. Segno che non serve necessariamente una laurea per essere un uomo di cultura.
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