Fabrizio Moro ed Ermal Meta. E' uno dei duetti che Claudio Baglioni ha voluto in gara al prossimo festival di Sanremo. Entrambi protagonisti lo scorso anno, i due cantautori tornano con una canzone, Non mi avete fatto niente, in cui raccontano la paura che corre sottile ai giorni nostri, quella del terrorismo. "Sia io che lui - spiega all'ANSA Fabrizio Moro - abbiamo ricevuto tantissime mail, in cui i nostri fan ci dicevano di aver paura di partecipare ai concerti. Da lì è nata la necessità di raccontare la voglia di rivalsa che hanno le persone, la ribellione che abbiamo dentro. E di quanto la gente abbia subito il terrorismo, soprattutto mediatico in questo ultimo anno". A livello musicale una sintesi dei mondi dei due artisti, "un giusto mix tra il filo conduttore che sta portando avanti lui e quello che sto portando avanti io", aggiunge Moro.
Moro e Meta si sono conosciuti proprio l'anno scorso in Riviera, ma la loro amicizia si è rafforzata durante l'estate, tra un concerto e l'altro. "Avevo già l'idea di scrivere con un collega un brano su un tema importante. E Sanremo non era precluso. Abbiamo cominciato a parlarne e il progetto ha preso forma, arrivando a Claudio Baglioni". Il resto è storia di ieri sera, con l'annuncio dell'entrata nel cast. "Sono contento di ritrovarne alcuni colleghi come Max Gazzè e Ron. E tra i giovani mi sono piaciuti molto Ultimo e Mirkoeilcane, Mudimbi". Per Moro, che è al lavoro su un album che ripercorre la sua carriera con 15 brani riarrangiati e ricantati e due inediti, sarà la sesta partecipazione, con una vittoria tra i Giovani nel 2007. Ormai un habitué. "Più che altro comincio ad avere una certa età e le partecipazioni aumentano - scherza -. Inizialmente soffrivo di ansia da prestazione, poi però diventa una sorta di necessità. Al di là del valore comunicativo, hai l'opportunità di far arrivare il tuo messaggio in pochi minuti a milioni di persone. L'anno scorso, dopo un'assenza di qualche tempo, mi sono accorto di essermi molto emozionato, anche perché raccontavo la mia intimità. Diciamolo, ho cantato di merda", ammette ridendo. Stavolta il fatto di essere in due alleggerirà la tensione. "Siamo entrambi molto emotivi, non saprei dire chi di più. Ma in due ci si fa forza".
In realtà, a mettergli più ansia è il concerto allo Stadio Olimpico di Roma, annunciato qualche giorno fa per il 16 giugno. "Quello sì che fa veramente paura! E' quella la mia gara, non il piazzamento in classifica. Qualche perplessità l'ho avuta, ma senza rischiare non si arriva dove si vuole. Ho sempre fatto il passo un po' più lungo di quello che era lecito immaginare. Partiamo da curva, distinti e parterre, poi vediamo. A guardarmi indietro è stata un'escalation incredibile... il primo concerto a pagamento nella mia città l'ho fatto solo 6-7 anni, prima erano solo piazze di paese. Di locale in locale, ho sempre aumentato il mio pubblico fino a fare un doppio Palalottomatica. Bisogna avere una sana incoscienza per andare avanti. E' un'impresa dura, ma sono ottimista".
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