Un Natale glitter, latino e pieno di armonia: questo è il clima di 'Ogni volta che è Natale', il ritorno discografico di Raffaella Carrà dopo cinque anni. Un ritorno accompagnato da un auspicio: "Vorrei fare un augurio per Natale, che si buttasse nel cestino il verbo litigare: la lite va a finire nella violenza, e a pagare nella maggioranza dei casi siamo noi donne", dice presentando il disco, oggi a Milano. "Non avevo nessuna intenzione di cantare - ammette candidamente parlando del disco che arriva in 4 versioni - Se non che la Sony ha cominciato a dire, 'Ma come, tutti gli artisti hanno un album di Natale e tu no?'. Così ho chiesto un inedito e per il resto mi sono divertita a fare quello che volevo". Il brano inedito è il singolo 'Chi l'ha detto', scritto da Daniele Magro, del quale è stato diffuso un video diretto da Gianluca Montesano: "Ho chiesto io di avere anche una famiglia omosessuale, perché è nel tempo, è nelle cose". Nella tracklist, Carrà si sbizzarrisce tra gli arrangiamenti di Valeriano Chiaravalle su standard come 'White Christmas' e 'Happy Xmas (War Is Over)' e brani che svelano la sua impronta. Come l'amore per la Spagna, nel caso de 'La Marimorena': "E' un pezzo popolare spagnolo che parte dall'Andalusia e arriva alla rumba catalana: secondo me quando lo metti, devi ballare per forza". Fuori dal canone natalizio è anche 'Hallelujah' di Leonard Cohen: "Ho chiesto a Valeriano di farne una versione lirica, con una grande orchestra e un coro straordinario e due giovani soprano straordinari, Erica Realino e Vittoriana De Amicis".
Alcune scelte non sono andate in porto, come 'Feliz Navidad' in versione reggaeton: "Non è giusto che sia l'unica a non aver fatto un reggaeton, è un ritmo che ho dentro, avevo anche chiamato un rapper americano per l'introduzione. Poi non hanno voluto mettere una canzone filippina molto carina che avevo cantato con una ragazzina di 12-13 anni, Angelica". E se nessun piano è stato predisposto per una versione in concerto ("Un live? Io ho un'età, ragazzi!"), Carrà tornerà in tv, sebbene in vesti di ospite, a 'Che Tempo Che Fa' e da Carlo Conti per lo speciale natalizio dello Zecchino d'Oro del 5 dicembre.
Se il sogno personale della Carrà è riempire l'ultimo spazio del suo muro non occupato da dischi d'oro e di platino, l'artista è consapevole del peso sociale della sua carriera: "Sia in Spagna che in Italia oggi mi riconoscono una rivoluzione per le donne: per me era normale, non vivo di sovrastrutture. In me c'è una parola, che mi ha fatto pagare certe volte: 'libertà'. Mi sono sempre presentata per quello che ero e ho avuto la fortuna di trovare uomini che credevano in me". Per non parlare del suo status da icona gay: "Ho cominciato a capire il mondo gay dalla prima Canzonissima: ricevevo lettere da ragazzi che si volevano fare del male". E se la Spagna ha riconosciuto pubblicamente il suo contributo (di recente è stata nominata Dama al Orden del Mérito Civil), in Italia queste onorificenze tardano ad arrivare: "Per me il premio più importante è che la gente mi voglia bene anche se non mi vede in tv. Per me è uguale se non mi danno il Cavalierato del lavoro, non voglio raccomandazioni: se non si sono accorti che merito dopo tanti anni di tv, è uguale".
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